LItalia, battendo la Francia, si è qualificata per il secondo anno consecutivo alla finale della Fed Cup che giocherà il 15-16 settembre contro la Russia a Mosca. Il merito di questa vittoria va a Francesca Schiavone che ha portato due punti in singolare e il terzo nel doppio con la Vinci. Eppure lItalia sportiva conosce poco questa donna che si è ritagliata i suoi spazi girando il mondo con le racchette in mano. Sulla «Official Guide to Professional Tennis» si legge: Francesca, nata il 23-6-1980, residente a Londra. Numero 11 del mondo nel gennaio 2006, è allenata da Giampaolo Coppo. Ama andare in discoteca e mangiare con gli amici nei buoni ristoranti. Le piace scrivere. Si rilassa ascoltando musica e adora andare forte in macchina. Lanno scorso a Nancy, Francesca ha battuto Amelie Mauresmo dando il punto della vittoria alla nazionale. A Castellaneta Marina non ha solo sconfitto di nuovo la Mauresmo, ma si è anche ribellata a un 2-5 in cui era precipitata nel terzo set contro la Golovin. È stata a due punti dallinferno, prima del trionfo. Non me ne vogliano le altre, è lei la grande protagonista.
Ma chi è davvero Francesca Schiavone? Non è facile rispondere. Per quanto mi riguarda, posso azzardare un parere molto personale: Francesca è una ragazza generosa, spontanea ma complicata. Disposta a ridere e scherzare, ma anche a incupirsi allimprovviso. La incontri vestita con una maglietta, un paio di jeans, gli occhiali neri, le scarpe da ginnastica e poi scopri che adora i vestiti di Giorgio Armani. Sul campo può diventare aggressiva e reattiva quanto basta per trasformarsi in autolesionista o in dominatrice. Il suo tennis è fatto di soluzioni audaci. Per questo non predilige il lob o il drop shot, due soluzioni tanto care a Pietrangeli. Quando con la Mauresmo ha inventato una millimetrica palla corta, si è voltata verso Nicola in segno dintesa. Talvolta mi chiedo come riesca a comunicare con lei Barazzutti ai cambi di campo. E immagino quanto sia difficile per lei stessa spiegare perché da numero 11 sia scesa in classifica fino al 30, un numero che non le rende giustizia.
Ama il ballo e le auto veloci leroina della «Davis rosa»
Contro la Francia ha giocato 3 partite in 24 ore Ma la Schiavone deve credere di più in se stessa
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