Accoglienza molto calorosa ma pessima per Antonio Di Pietro ieri nella «Sala partenope» dellHotel Terminus, in centro a Napoli, per lAssemblea regionale degli iscritti Idv dal titolo «Verso il congresso nazionale per lalternativa di governo lunica opposizione». Tonino non ha potuto mascherare il fastidio, misto a stupore, per lo striscione srotolato dai militanti in sala appena ha preso la parola: «Fuori i collusi dal partito», firmato dalla base dellIdv. Di Pietro non ha commentato lo striscione e ha continuato il suo intervento, ma ha risposto dopo, sfogandosi con il suo quartier generale campano tutto lì presente, dal coordinatore regionale Formisano, al responsabile organizzativo nazionale Ivan Rota (cognato del cognato Cimadoro), allonorevole grillino-movimentista (molto movimentista, anche in aula, tanto che è stato sospeso per aver dato del «mafioso» al premier) Francesco Barbato, ai capataz regionali. «La prossima volta non candido nessuno allora!» si è sfogato il leader. Poi si è calmato e ha provato a rimediare a modo suo: «I candidati alle regionali questa volta li selezionerò tutti io, deciderò io quelli che devo candidare perché devono essere fedeli al partito». Altro che discussione nel partito, decide tutto lui. Poi Di Pietro ha lasciato la sala dellalbergo napoletano, cupo in volto e ancora arrabbiato per lepisodio, una contestazione fatta dai suoi militanti in una riunione chiusa. Un fatto inquietante. «Vedrete che domani, dopo tutte le cose che ci siamo detti qui, si parlerà solo di questo, che sono stato contestato dal mio partito!». Il malcontento è diffuso nella base, e chi lo contesta non è - come ritiene Di Pietro - solo gente che vuole in cambio qualcosa.
Su Facebook nascono gruppi di militanti che chiedono trasparenza, e le ultime vicende non fanno che aumentare lirrequietezza. Nella vicenda delle raccomandazioni nellArpac non cè solo lUdeur di Mastella, ma anche lIdv. Ennesimo tassello di un puzzle che non torna più da tempo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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