Amato blinda il corteo dei professionisti «Messi nel recinto come i black bloc»

Il ceto medio scende in piazza per opporsi al decreto sulle liberalizzazioni e alla Finanziaria tra eccezionali misure di sicurezza. Berlusconi: uno stato d’assedio

Emanuela Fontana

da Roma

«Ma questa non è sinistra è stalinismo!». Chiusi come belve isteriche, recintati in un fazzoletto che non sfiora neanche piazza Venezia, intrappolati da file di camionette dei carabinieri, blindati della polizia, e poi ancora gazzelle, auto della finanza, una accanto all’altra, cofani contro parabrezza. Una barriera di lamiere, lungo la piazza, accanto alla prefettura, all’inizio di via del corso, di via del Plebiscito, di piazza Santi Apostoli per impedire ai professionisti, molte donne in tailleur, uomini in completi scuri, di avanzare verso qualsiasi direzione che non fosse quel fazzoletto da corteo-ghetto, dove nessuno poteva entrare. Né simpatizzanti che si volevano unire alla manifestazione, né giornalisti se non dietro insistente richiesta.
Questa è stata la manifestazione indetta ieri dai professionisti per protestare contro il decreto Bersani sulle liberalizzazioni ma anche contro la finanziaria «che penalizza i professionisti». Avvocati, architetti, consulenti del lavoro, infermieri, dentisti, geologi, notai, per citare solo alcune delle categorie presenti. Un corteo delimitato da un inusuale dispiegamento di mezzi di forze di polizia che ha obbligato anche una scolaresca di Osnabruck, Germania, per esempio, a rimanere per due ore bloccata senza poter raggiungere San Pietro.
«Ma questi ci mettono i muriiii!», gridavano i manifestanti. E Gianni Alemanno, nel ruolo di mediatore con la polizia: «A sinistra hanno l’istinto a mettere i muri. Credo che Prodi sia ossessionato dai cortei sotto palazzo Chigi». Ieri è andato in scena uno «stato di assedio», secondo Silvio Berlusconi.
Nel «recinto», a metà manifestazione è esplosa l’ira contro quel blocco forzoso del corteo. Gigi, avvocato napoletano che si faceva dare del «cretino» da un gruppo di increduli manifestanti perché, a occhi bassi, ammetteva: «Ho votato sinistra per vent’anni, e anche l’ultima volta, ma avete ragione voi, sono veramente un cretino». Applauso, ovazione. Senatori di An che accorrevano sventolando il tesserino per chiedere l’accesso dall’unico minuscolo varco destinato a un certo punto alla stampa, agli onorevoli e a un’ambulanza.
In strada circa ventimila persone per la polizia, cinquantamila per gli organizzatori. «Un successo superiore ad ogni aspettativa», ha dichiarato Maurizio De Tilla, presidente delle casse previdenziali dei professionisti: «Se 50.000 professionisti fossero scesi in piazza in Gran Bretagna, Tony Blair avrebbe immediatamente deciso di incontrarli. Se in Italia non succede la stessa cosa è perché si decide di ignorare le richieste del ceto medio produttivo di questo Paese». Secondo l’Oua, l’organismo unitario dell’Avvocatura, l’80% degli avvocati ha aderito allo sciopero.
An ha già preparato una serie di interpellanze rivolte al ministro dell’Interno Giuliano Amato sulla gestione dell’ordine pubblico. Silvio Berlusconi ha manifestato la sua solidarietà con un comunicato: «Ai professionisti è persino negata la possibilità di manifestare. Un corteo di civili cittadini affrontato dalle forze dell’ordine con un trattamento che non viene riservato neppure ai no global con il loro armamentario di bastoni e sampietrini. Questo governo non è disposto a tollerare neppure una civile manifestazione di dissenso». È «solo nei regimi - ha quindi concluso Berlusconi - che ai cittadini viene lasciato unicamente il diritto di dire sempre e soltanto sì». Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Renato Schifani, chiede che il ministro Amato riferisca in Aula per «un chiarimento urgente e doveroso».
Al corteo ha inizialmente partecipato anche Gianfranco Fini: «Mi auguro che a palazzo Chigi tengano conto di questa manifestazione e siano meno presuntuosi». Un incontro di una piccola delegazione con Romano Prodi ieri mattina c’è stato, ma tutte la associazioni di categoria, tranne il consiglio unitario dei professionisti (Cup), sono rimaste insoddisfatte. «Se vogliamo ribadire la centralità delle professioni, bisogna avere il coraggio delle riforme. Su questo c'è la disponibilità a discutere», ha dichiarato il ministro contestato, Pierluigi Bersani (Attività Produttive)».
Ma la piazza non ha recepito questo desiderio di incontro. I manifestanti sono stati «sequestrati dalle forze dell’ordine» secondo il capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa. «Ci sono turisti chiusi all’interno di un recinto di blindati», segnalava il presidente della commissione vigilanza Rai, Mario Landolfi, di An. Se si impedisce «a semplici cittadini di raggiungere il corteo o addirittura di uscire da esso - ha protestato il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi - vuol dire che al governo qualcuno ha perso la testa e minaccia la nostra libertà e la nostra democrazia».

E le polemiche sono proseguite in serata, con il Tg1 delle 20, che ha dato «uno spazio risibile all’importante manifestazione - ha denunciato il capogruppo di An in vigilanza, Alessio Butti - Quasi un segnale di regime».

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