Amato: potere di espulsione ai prefetti

Le linee guida del nuovo pacchetto sicurezza dettate dal ministro dell'Interno: più rigore con i clienti delle prostitute e con i rom

Amato: potere di espulsione ai prefetti

Roma - Non deve deve essere necessaria la sentenza di condanna per l’espulsione. È una delle modifiche normative auspicate dal ministro dell’Interno, Giuliano Amato, nel corso dell’audizione in commissione Affari Costituzionali al Senato sulle linee guida del cosidetto pacchetto sicurezza. Amato, al riguardo, ha ricordato l’operazione di polizia che ha portato all’arresto alcuni stranieri sospettati di stupro nel quartiere romano di Tor Vergata. "Io li espellerei - ha detto Amato - anche se non dovessero essere condannati".

Potere ai prefetti La seconda proposta del ministro è tesa all'allargamento ai prefetto delle possibilità di espulsione di cittadini comunitari "per motivi di sicurezza e ordine pubblico", mantenendo al ministro l’esclusività nei casi in cui in gioco c’è "la sicurezza dello Stato, che è una cosa diversa. Nel decreto legislativo del febbraio scorso - ha ammesso il ministro - è stato commesso un errore interpretativo di una direttiva comunitaria, di cui mi assumo la corresponsabilità, finendo con l’attribuire di fatto al solo ministro il potere di espulsione. Questo errore va corretto. E, in particolare, il fatto che una condanna penale di per sé non comporti l’espulsione, non significa che per espellere qualcuno ci sia bisogno di una condanna".

"Esodo di rom" "Azioni repressive contro i rom servono più in Romania, da dove è in atto un vero e proprio esodo di rom" ha aggiunto Amato. Queste persone, ha spiegato Amato, "scappano da condizioni di non vita. Lo abbiamo detto anche oggi al rappresentante del governo romeno".

Clienti delle prostitute Multe "non conciliabili" per i clienti delle prostitute, con il verbale fatto arrivare a casa. È la soluzione a cui pensa il ministro dell’Interno. "I sindaci - ha spiegato Amato - sono sensibili al problema della prostituzione, ma è un tema in cui non penso a una disciplina con un articolo proibitivo. Penso a un divieto con sanzione amministrativa applicabile dai vigili urbani per l’esercizio di quell’attività in strade frequentate da minori o vicino a luoghi di culto. E per i clienti multe non conciliabili, con il verbale che deve arrivare a casa".

Le associazioni come la Caritas, ha proseguito, "hanno perplessità su questo tipo di soluzione, perché temono che la prostituzione dalla strada si trasferisca così in luoghi incontrollabili o che finisca al chiuso dove loro non possono controllare cosa succede alle donne coinvolte".  

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