nostro inviato a Vicenza
Ministro double face. Giuliano Amato promette che a Vicenza i poliziotti della «Celere» reagiranno con durezza alle violenze e contemporaneamente dà mandato allAvvocatura generale di costituirsi contro Vincenzo Canterini, lex comandante del Reparto Mobile di Roma, per aver spruzzato uno spray urticante sul volto di un manifestante al G8 di Genova. La motivazione ricalca quella utilizzata per i poliziotti-killer della Uno Bianca: il gesto incriminato esula dal servizio, Canterini ha agito a titolo personale.
Lazione civile rischia di avere pericolosi effetti sul morale della truppa, di ripercuotersi su altri episodi accaduti in quel di Genova, di costituire un pericolo precedente per quel che potrebbe accadere questoggi e per ciò che potrà verificarsi in futuro in una piazza o in uno stadio. Il tam tam dei celerini di Bologna, Milano e Padova in viaggio per Vicenza si fa dunque rumoroso poiché Canterini e gli uomini del Settimo Nucleo, per quanto fatto vedere nelle strade di Genova, sono a tuttoggi considerati un punto di riferimento sotto il profilo delladdestramento e della professionalità. «Ecco perché fa rabbia vedere il nostro ministro dire certe cose e fare poi lesatto contrario» spiega il sovrintendente che per una volta lascia da parte le rivalità sindacali per pubblicizzare la lettera riservata al ministro del 9 febbraio scritta da unorganizzazione concorrente, la Consap. Due pagine controfirmate da Giorgio Innocenzi, segretario generale nazionale, dove si espongono i fatti così come sono emersi a margine di unudienza del procedimento penale a carico di Canterini. «Durante le eccezioni preliminari relative alla costituzioni delle parti civili - scrive la Consap - lAvvocatura dello Stato ha sollevato, tra le altre, leccezione di tardività della sua chiamata in causa». Una scusa, sottintende il sindacato di polizia. Un bieco pretesto. «Il ragionevole dubbio che si nutre è che tale condotta costituisca la spia di quanto potrà accadere nel procedimento penale, visto che lAvvocatura generale ha anche sostenuto che il ministero dellInterno non è legittimato passivamente al giudizio perché la condotta delittuosa oggetto di imputazione (qualora ne fosse accertata la riferibilità a Canterini, ndr) determinerebbe uninterruzione del rapporto funzionale tra lautore e il ministero» dovendo quindi ritenersi che latto, o gli atti compiuti, non siano stati posti in essere nello svolgimento del servizio distituto «ma semplicemente a titolo personale».
Non solo la Consap, ma praticamente tutti i celerini che leggono e distribuiscono ai colleghi copia della lettera, considerano la tesi «inquietante», priva non solo del benché minimo fondamento giuridico «ma anche di una minima dignità logica». Il tutto, per il sindacato, rappresenta dunque una chiara, clamorosa, netta, presa di distanza «da parte dellAvvocatura generale, e dunque del ministero dellInterno da essa rappresentato, dalle attività poste in essere dalle forze di polizia nel corso del famigerato G8 di Genova». Perché questo cambio di strategia in un momento in cui il processo genovese sembra dar torto alla pubblica accusa e non ai suoi imputati? Dietrologie a parte, «laspetto più sconcertante della vicenda - chiosa la lettera-Consap - è che una tesi analoga venne a suo tempo sostenuta (per ovvie ragioni vittoriosamente) nel corso del procedimento penale relativo ai tristi fatti della cosiddetta Uno Bianca».
gianmarco.chiocci@ilgiornale.it
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