Ambiente Ecologico è meglio, anche in hotel

Anche nella Capitale (e nel Lazio) si cominciano a vedere i primi eco-alberghi. Hotel a 5 stelle, bed&breakfast, agriturismi, case vacanze, stabilimenti balneari: il fenomeno coinvolge aziende diverse tra loro. Sul nostro territorio sono 5 le strutture ricettive che nel 2009 hanno sposato il progetto promosso da Legambiente Turismo (3 delle quali a Gaeta, le altre 2 a Roma) e che prevede il rispetto di una serie di regole di stampo ecologico.
Poche, pochissime, rispetto alla somma totale degli aderenti in tutta Italia, ma è comunque un inizio. Oltre a queste c’è poi un sottobosco di alberghi e alberghetti che sono «eco» nell’anima pur non partecipando a nessuna iniziativa collettiva, come per esempio «The Behive» a Termini, tanto per citarne uno, e che a modo loro fanno quello che possono per non pesare sull’ambiente. Segno che pure in questo settore l’attenzione per certe problematiche è sempre più diffusa e che grazie a essa si sta pian piano facendo strada una realtà nuova, quella degli hotel a impatto zero, o perlomeno ridotto, l’ideale per chi vuole combattere la piaga dell’inquinamento anche in vacanza. Un esercito di turisti responsabili che, nel nostro Paese, conterebbe oltre 7 milioni di persone.
Le aziende che aderiscono al progetto promosso da Legambiente ottengono un’etichetta denominata «ecolabel». Come detto, però, per fregiarsi di questo marchio devono rispettare alcune regole. Il decalogo realizzato dall’associazione riguarda diversi aspetti. Si va dalla riduzione dei rifiuti prodotti al risparmio idrico nonché energetico, con l’applicazione di lampadine a basso consumo e il cambio della biancheria da bagno solo su richiesta del cliente. Quanto all’alimentazione sono banditi gli Ogm, spazio invece ai prodotti biologici e alla cucina tipica locale. Sul piano della mobilità, poi, è richiesto ai titolari delle strutture d’incentivare l’uso del trasporto collettivo pubblico o privato. Infine, si parla anche di contenimento dei rumori perché l’inquinamento, si sa, è anche acustico.
Fra le altre cose gli eco-alberghi devono esporre il decalogo in modo che tutti possano vederlo. Ma per quello che concerne gli ospiti, beh, per loro non c’è alcun obbligo. Certo è, però, che svolgono un ruolo di primaria importanza. Il successo dell’iniziativa dipende in gran parte dal comportamento che decidono di adottare. In fondo bastano pochi accorgimenti, come evitare di tenere il rubinetto aperto per ore o cercare di ricordarsi di non lasciare la luce accesa quando non sono in camera. E, possibilmente, usare lo stesso asciugamano per più di una volta anziché mandarlo a lavare dopo una doccia soltanto. Niente di speciale, insomma. Semplicemente, gli viene chiesto di fare un po’ come fossero a casa loro e, in linea di principio, di astenersi da sprechi inutili.
L’etichetta «ecolabel» è valida un anno.

Dopodiché il personale tecnico incaricato da Legambiente si reca nelle strutture interessate per verificare che siano ancora in regola. Nel caso non fosse così allora niente più marchio. Ed è così che a volte questi alberghi un po’ speciali tornano a essere normali.

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