Amianto, solo An difende i camalli

Diego Pistacchi

L’allarme dei camalli non è rimasto inascoltato. La denuncia fatta dalle colonne del «Giornale» non è caduta nel vuoto. Gli ex portuali beffati dalla legge sull’amianto hanno ottenuto un po’ di attenzione e ora sperano che le loro richieste non vengano dimenticate dal governo. Sì, perché la palla passa ora proprio all’esecutivo, e i particolare al ministro del lavoro Cesare Damiano e alla sua collega alla salute, Livia Turco. A chiamarli direttamente in causa è Giorgio Bornacin, senatore di Alleanza nazionale, che già prima delle elezioni aveva promesso agli ex camalli un impegno diretto per la loro situazione. Ora, dopo la vittoria del centrosinistra, non ha i mezzi per incidere direttamente sulle scelte del governo, ma è deciso a tenere i ministri sulla corda fino a quando non si attiveranno per trovare una soluzione al problema.
La richiesta degli ex camalli beffati è semplice. Chi è andato in pensione prima del 1992 non ha ottenuto alcun beneficio dalla nuova legge, come se non avessero mai sfiorato tutto l’amianto scaricato dalle navi, spesso in fibra grezza e ancor più pericoloso. Ora i pochi «superstiti» chiedono almeno un piccolo riconoscimento finanziario, che visto l’esiguo numero degli ex camalli ancora in vita inciderebbe pochissimo sulle casse dello Stato, e una tutela sanitaria nel caso venissero colpiti dalle malattie «professionali» derivanti dal contatto con l’amianto anche a distanza di anni. Richieste minime che fa proprie il senatore Bornacin, che ha già presentato un’interrogazione ai ministri del governo Prodi per sapere «quale normativa si intenda dare alla categoria» e soprattutto «se non si reputi opportuno sostenere correttivi alle vigenti disposizioni di legge, al fine di riconoscere doverosamente anche ai lavoratori portuali andati in pensione prima del 1992 le provvidenze sanitarie e pensionistiche già previste dalla legge 257/92 e in particolare il riconoscimento del diritto alla salute e del danno biologico».
Gli ex camalli, che a Genova hanno già formato un agguerrito comitato, avevano denunciato proprio il disimpegno dei politici nei loro confronti. Prima delle elezioni avevano ottenuto garanzie e promesse da tutti. Una volta conquistato il «potere», proprio gli uomini (e le donne) del centrosinistra erano stati i primi a dimenticarsi gli impegni assunti e a farsi negare.

Senza parlare, hanno più volte ricordato i pensionati «traditi», del sindacato. Ora la loro speranza è tutta legata alla decisione di Bornacin a ricordare al governo che ci sono ex lavoratori pensionati che sono stati beffati e che hanno diritto a un più equo trattamento.

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