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"Italia attore internazionale di rilievo. Coesione sociale a rischio". Il discorso di fine anno del presidente Mattarella

Il capo dello Stato ha parlato per una ventina di minuti: "Si chiude un anno non facile, possiamo affrontare con serenità le sfide del tempo"

"Italia attore internazionale di rilievo. Coesione sociale a rischio". Il discorso di fine anno del presidente Mattarella
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Guerre, tensioni. Prezzi. Piazze calde. Paure varie. “Si chiude un anno non facile”, dice Sergio Mattarella, però ce la faremo ancora, siamo un grande Paese. “La nostra forza è la coesione sociale che ci ha consentito di crescere. La nostra Italia è un attore di grande rilievo sulla scena internazionale, la nostra è una storia di successo nel mondo”. Ma ora serve “l’impegno di tutti”, spiega il presidente, anche di voi che mi state seguendo da casa.

In piedi, venti minuti scarsi davanti alle bandiere, per non disturbare troppo il cenone degli italiani. Parole semplici, dirette, perché al Palazzo ha già parlato prima di Natale e questo non è un discorso per la politica. è per i cittadini che stanno affrontando cotechini, lenticchie e i problemi di tutti i giorni. Eccoli: “Vecchie e nuove povertà, disuguaglianze, ingiustizie, comportamenti che feriscono il bene collettivo, come corruzione e infedeltà fiscale”. Il muro della democrazia, costruita con il sangue e difesa per ottant’anni, regge, “tuttavia non si tratta mai di un bene acquisito definitivamente”, ci sono “crepe che rischiano di compromettere proprio la coesione sociale”: dagli scontri politici all’economia fino all’atteggiamento nei confronti dei giganti tecnologici e dei nuovi autoritarismi. Perciò gente, votate, partecipare, fatevi sentire, soprattutto i ragazzi. “Nessuno può dichiararsi esentato. Qualcuno vi descrive diffidenti, distaccati, arrabbiati. Non rassegnatevi, siate esigenti e coraggiosi. Scegliete il vostro futuro”

Certo, c’è molto da fare, anche se “nessun ostacolo è più forte della nostra democrazia”. Accanto a noi, in Europa, ci sono morti e devastazioni, un Paese sovrano aggredito, “città ucraine bombardate, bambini e vecchi lasciati al freddo”, come anche a Gaza si soffre”. Scene che non pensavamo di rivivere, e qui ricorda la storia della Repubblica che sulla pace e sulla giustizia ha prosperato.

La Costituzione squadernata sulla scrivania come asse portante, pure adesso che si apre una stagione di riforme contestate. Poco male. “Le legittime dialettiche tra le varie posizioni hanno contribuito a concrete realizzazioni”. Niente paura, “possiamo affrontare con serenità le sfide del tempo”.

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