Politica

Gli amici (sconosciuti) di Carlà fanno un carrierone all’Eliseo

Va bene i cherchez la femme riguardanti i loro uomini pubblici. Per un popolo latino, in fondo, simili debolezze sono più motivi di vanto che di vergogna. E passino pure - siamo o non siamo nel XXI secolo? - anche i cherchez l'homme di certe avvenenti e disinibite ministre. Ma les amis, gli amici, o gli amici degli amici, o quel che è peggio i «famigli», quelli proprio no! Figli come si sentono ancora della Rivoluzione borghese contro i privilegi castali e fedeli jusqu'à la mort unicamente alla loro battagliera Marianna dal seno prosperoso e dal berretto frigio, i francesi sembrano non starci proprio all'ondata di nomine graziosamente piovute negli ultimi tempi dall'Eliseo e andate a beneficiare spalle e cervici che, a dire di molti, non le meriterebbero affatto. Quelle sì, per l'opinione pubblica, sono una vergogna. Roba da basso impero.
Se poi l'ispiratrice di certi prestigiosi incarichi dovesse essere - come si è sussurrato e si sussurra - per davvero lei, Carlà, algida e canterina première dame venuta perdipiù d'Oltralpe, appare inevitabile che i nasi di Francia si storcano ancor di più. La lista dei beneficiati è del resto lunga. E i nomi sono tanti.
Pare però che l'ultimo, quello di tale Luc Gruson, abbia davvero colmato la misura. Quasi a far sì che ai francesi, come cantava Paolo Conte, «le palle ancor gli girano». Ben più che per le vittorie di Gino Bartali al Tour. Il carneade Gruson, inopinatamente finito a ricoprire la carica di direttore del Cnhi, il museo parigino della storia dell'immigrazione, stando a quanto scrive Libération sarebbe infatti un amico di famiglia della Bruni. A questo incarico sarebbe stato addirittura imposto «in maniera brutale», sottolinea il quotidiano della sinistra francese.
Ma la politica non c'entra. O c'entra ben poco. A volerla dire tutta è stato infatti lui stesso, proprio in un'intervista concessa al foglio della gauche, ad ammettere candidamente che sua moglie «è amica dei Bruni-Tedeschi». Anzi, ha orgogliosamente precisato, è stata la loro governante. Sentendosi conseguentemente forte di tale incontestabile titolo «accademico», il Gruson è apparso insomma quasi stupito dal clamore suscitato dalla sua nomina. Che sempre a suo dire sarebbe anche manzonianamente vergine di servo encomio in quanto «i Bruni-Tedeschi - precisa lui - non sono gente che fa politica, sono piuttosto degli artisti».
Buttandola poi molto di più sul tecnico, quasi a voler dimostrare una sua già navigata padronanza delle cose amministrative, il neo direttore del Cnhi ha rintuzzato l'obiezione del giornalista di Libération che gli ricordava come i membri del comitato scientifico del museo, inaugurato nel 2007, si siano detti pubblicamente preoccupati per questa nomina priva a loro parere del requisito dell'unanimità. «È il premier che firma il decreto su proposta di quattro ministri di tutela», ha tagliato corto Gruson con il tono deciso di potere che assumono dal primo secondo anche i neofiti grazie al semplice contatto posteriore con una poltrona che conta.
Come si è detto, lui non sarebbe peraltro l'unico amico di Carla Bruni entrato a far parte dell'entourage presidenziale. A fargli buona e si immagina anche ben retribuita compagnia c'è per esempio il pensoso scrittore e regista Frédéric Mitterrand (nipote dall'occhio languido dell'ex presidente socialista François), passato da Villa Medici, sede dell'accademia della cultura transalpina a Roma, al ministero della Cultura. Ma ci sono anche Philippe Val, direttore del settimanale satirico Charlie Hebdo, nominato direttore di France Inter a Radio France, e Pascal Rostain. Quest'ultimo, fotografo di fiducia di Carla, è andato così ad affiancare Claude Gassian, il pre-esistente fotoreporter ufficiale dell'Eliseo (per i maligni, «il paparazzo di Corte»). E della lista dei beneficiati è entrato recentemente a far parte anche Marin Karmitz, catapultato al vertice del Consiglio per la creazione artistica. I suoi meriti? Aver fondato i cinema multisala Mk2.

Come dire: «Signori, biglietto! E avanti il prossimo».

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