Bepi Castellaneta
da Bari
Libero, per un ritardo di notifica che ha provocato la scadenza dei termini di custodia cautelare: fatto sta che Francesco Costa 25 anni, di Siderno, provincia di Reggio Calabria, considerato dalla direzione distrettuale antimafia di Bari uno dei killer di Gaetano Marchitelli, il quindicenne ucciso per errore due anni fa, ieri ha lasciato il carcere. La procura aveva chiesto il rinvio a giudizio, ma la comunicazione della fissazione della data dell'udienza preliminare è stata fatta in ritardo e la notifica si è rivelata nulla. Una notizia che ha suscitato grande clamore a Bari, città segnata da una sanguinosa guerra tra clan che non ha risparmiato giovani innocenti, ragazzi assassinati per errore, solo perché erano nel posto sbagliato al momento sbagliato, soltanto perché si sono trovati per caso sulla linea del fuoco scatenato dai soldati delle cosche.
Non c'entrava niente con quella guerra neanche Gaetano Marchitelli: studiava e ogni tanto lavorava come garzone in una pizzeria del quartiere Carbonara, estrema periferia di Bari. La sera del 2 ottobre 2003 il quindicenne si trovava dinanzi al locale, in via De Marinis: all'improvviso si scatenò il finimondo, proiettili da tutte le parti, gruppi di ragazzi in fuga. Fuggì anche Gaetano, ma fu raggiunto da due proiettili alla schiena e crollò dinanzi a un muro dove il giorno dopo i compagni di scuola lasciarono fiori e messaggi d'addio. Nel mirino dei sicari c'erano due affiliati al clan Strisciuglio; secondo gli inquirenti lagguato sarebbe stato organizzato dal gruppo rivale dei Di Cosola: morì invece uno studente innocente.
Nel giro di poco tempo la squadra mobile di Bari ha arrestato i presunti responsabili di quella notte di terrore e morte. Uno dei killer è già stato condannato all'ergastolo, altri quattro sono stati rinviati a giudizio mentre per Costa è tutto da rifare: gli atti di fissazione dell'udienza preliminare prevista per il 25 agosto sono partiti dall'ufficio gup di Bari a luglio, ma la notifica nel carcere di Siderno, dove era detenuto, è stata fatta dai carabinieri solo il giorno prima. La richiesta di giudizio dovrà quindi essere riformulata. Nel frattempo, dopo la scarcerazione per scadenza dei termini di custodia cautelare, gli è stato imposto lobbligo di dimora e gli è stata sospesa la patente di guida. Inoltre, il gup di Bari, Anna Rosa De Palo, ha disposto l'invio degli atti alla procura di Reggio Calabria per accertare le cause del ritardo e perseguire eventuali responsabilità. «Se qualcuno ha commesso un errore deve pagare», ha detto Francesca Maggi, la madre del ragazzo ucciso.
L'omicidio del quindicenne fece sprofondare nel terrore tutto il quartiere Carbonara, estrema periferia di Bari, unex frazione da tempo attraversata da una spietata guerra tra cosche.
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