Ammortizzatori sociali ai precari La Cgil a Formigoni: «Passi ai fatti»

Frenetica attività per coprire i posti vuoti nella scuola milanese: ieri sono stati immessi un ruolo un migliaio di persone (500 docenti e altrettanti non docenti), quindi sono scattate le nomine dei supplenti con incarico a tempo determinato.
Si parla di altri 10mila posti, anche qui più della metà per bidelli e impiegai di segreteria. Per questi ultimi il direttore provinciale Antonio Lupacchino con apposito decreto ha confermato quelli già in servizio sui loro posti.
Intanto scoppia il problema dei precari della scuola che non avranno la riconferma per via dei tagli agli organici (solo a Milano si calcola che siano almeno 2mila docenti): per loro si prepara un’intesa ufficio scolastico e Regione per un recupero di posti. È il problema su cui l’altro giorno si è espresso al meeting di Rimini il presidente lombardo Roberto Formigoni, garantendo un suo interessamento. L’apertura del governatore sulla possibilità di estendere gli ammortizzatori sociali anche ai precari della scuola è piaciuta alla Cgil, che accoglie «con soddisfazione» l’idea e sfida il governatore: «Passi dalle parole ai fatti».
Al Pirellone è arrivata anche l’immediata richiesta sindacale di un incontro. Ieri il segretario regionale dello Snals Alessandro Dutto ha scritto alla Regione e all’ufficio scolastico regionale: «A conoscenza dell’impegno pubblico del presidente Formigoni di risoluzione del problema dei precari della scuola, con riguardo a coloro i quali non riceveranno per il prossimo anno scolastico un incarico, attraverso ammortizzatori sociali e sulla base di accordi col ministero dell’Istruzione, università e ricerca attivati in altre regioni, lo Snals chiede un urgente incontro mirato a trattare il problema che vorrebbe risolvere in un contesto che possa cogliere l’occasione per sostenere la professionalità dei docenti interessati». In altre parole Dutto chiede che in Lombardia come si sta già facendo in altre regioni si intervenga per dare una prospettiva a chi sta perdendo il lavoro nella scuola, ma con un preciso impegno: «Che non sia – ribadisce Dutto – un intervento esclusivamente assistenziale».
Un posizione in completa sintonia con quel che pensa di fare il direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio: «Può essere un’occasione importante – dice – a patto che ci si muova in vista di una maggior qualificazione del personale scolastico».
Finora le proposte avanzate in questo campo riguardavano la concessione di una sorta di cassa integrazione a favore dei precari della scuola.

«Non ci interessa la distribuzione di un assegno di disoccupazione per poi vedere la gente in giro a non far nulla – conclude Alessandro Dutto – Lo sforo economico impiegato deve avere come obiettivo quello di dare una qualificazione maggiore ai nostri precari, perché in prospettiva diventino elementi trainanti di un servizio scolastico più qualificato».

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