Amsterdam, in vetrina l’eccellenza italiana Due aziende sul podio

L’eccellenza italiana sale ancora una volta sul podio d’Europa con due importanti riconoscimenti a chiusura del Mets (Marine Equipment Trade Show) di Amsterdam. All’annuale rassegna olandese (il maggiore salone business to business dedicato al settore degli accessori e della componentistica per la nautica da diporto), infatti, due aziende italiane sono state premiate con il «Dame Award 2010»: Navionics e Officine Meccaniche Pejrani.
Navionics, specializzata nella produzione di carte nautiche elettroniche, sede a Viareggio e forte vocazione internazionale (gli Usa sono il suo principale mercato di sbocco per l’export), ha vinto con il prodotto «Marine: Mediterranean Hd», che si è aggiudicato la categoria «Marine Related Software» e una menzione nella categoria «Prodotto più innovativo».
Il «Mediterranean Hd», progettazione italiana, è un’applicazione ad alta definizione sviluppata per diverse piattaforme (soprattutto iPad) in grado di fornire all’utente tutte le informazioni necessarie per la navigazione: dalla pianificazione della rotta in funzione del meteo e delle maree, all’indicazione dei principali servizi e punti di interesse, fino a una ricca gamma di funzioni aggiuntive, come la possibilità di associare immagini al percorso, condividendole in tempo reale con gli amici della community attraverso i social network.
«Andare in barca, come qualsiasi altro hobby - dice Giuseppe Carnevali, presidente-fondatore di Navionics- ha un aspetto prevalentemente sociale: da qui l’esigenza di progettare un valido supporto a tutte le attività collaterali che superano la navigazione in senso stretto. Non è la prima volta che veniamo premiati al Mets. È una grande soddisfazione a dimostrazione di come stiamo tenendo la rotta giusta: quella dell’innovazione».
Officine Meccaniche Pejrani, invece, ha ottenuto un riconoscimento per il «Converter Nv», eletto prodotto più «Eco Friendly». Si tratta di un apparecchio che riduce fino al 70% il volume dei rifiuti a bordo, attraverso un processo di polverizzazione e sterilizzazione privo di emissioni nocive. Grande più o meno come una lavatrice, a cui può essere equiparato anche per analoghi requisiti (funziona con acqua e corrente elettrica), «Converter Nv» ha rivoluzionato lo smaltimento rifiuti a bordo in quanto capace di processare i materiali più svariati, dai residui di cucina alla plastica, fino al vetro e alle lattine. Riccardo Visentin, ad della divisione Eco Maritime della società, non nasconde la sua soddisfazione.
«Abbiamo impiegato oltre un anno - dice - per adattare i nostri convertitori alle esigenze di uno yacht, ma siamo stati ampiamente ripagati: nel nostro stand c’era la coda, segno della bontà del prodotto, ma anche testimonianza di come la nautica presti sempre maggiore attenzione alle politiche di ecosostenibilità».
Al Mets di Amsterdam hanno partecipato circa 1.300 espositori provenienti da 30 Paesi. Italiano il gruppo più numeroso, presente con oltre 200 aziende. Un incremento importante, grazie all’apporto di Ucina, impegnata dal 1998 nell’organizzazione della «Collettiva Italiana».
«L’edizione 2010 - dice Saverio Cecchi, managing director di Twin Disc (Divisione Limite sull’Arno) e responsabile del settore produzione di Ucina-Confindustria Nautica - è stata decisamente positiva, in linea con il clima di cauto ottimismo che ha accompagnato i primi saloni focalizzati sulla cantieristica. Negli ultimi anni le aziende italiane sono riuscite a colmare il gap che le separava dai competitor di altri Paesi - prevalentemente Stati Uniti e Nord Europa - conquistando un ruolo di primo piano anche nell’area della componentistica e degli accessori. Se un tempo gli armatori sceglievano barche italiane e pretendevano strumentazioni e accessori stranieri, oggi i nostri prodotti vengono selezionati senza remore grazie alla qualità e all’affidabilità e al servizio post-vendita che siamo in grado di garantire.

Si rafforza così la leadership della nautica italiana in un mercato che guarda sempre con maggiore interesse alle economie emergenti. Al Mets - conclude Saverio Cecchi - si sono infatti visti operatori europei, ma anche turchi, indiani e perfino sudafricani».

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