Franco Ordine
nostro inviato a Milanello
«Ogni partita può essere quella buona». Alle macumbe di Capello («stiano attenti Inter e Milan, loro possono perdere punti, non solo noi»), Carlo Ancelotti risponde con la sua solare lealtà. Niente calcoli, niente perfidie (come Mancini contro Moggi, ndr), niente proclami avventati, solo una battuta riservata al vecchio cronista. «Sarà lanno del dragone» giura e forse si riferisce alla novità tattica introdotta a Livorno, con Seedorf e Kakà, portati lateralmente a fare le ali, per cementare la trincea dinanzi alla difesa. «Quello schema ci tornerà utile in futuro» è la sua convinzione che si coniuga con una vecchia teoria. «Il Milan se gioca concentrato può battere chiunque, deve crescere in continuità» sospira consapevole del difetto più noto sul conto dei suoi. Che stasera ripartono allinseguimento della Juve con un pizzico di maggiore convinzione rispetto al dicembre del 2005. «Possiamo competere su tutti e tre i fronti» sostiene Ancelotti ma la dichiarazione più che impegnativa rilancia lattenzione del club nei confronti della coppa Italia (mercoledì a Brescia). Anche sul tema controverso dei diritti televisivi e la proposta di Prandelli («riduzione della rosa a 22 elementi»), Ancelotti è placido e disincantato. «Il numero ideale è 23, 3 portieri più 2 giocatori per ruolo: uno in più uno in meno non modifica gli assetti tecnici» la risposta. Si parla anche di Cassano e qui la difesa dufficio è per Totti. «Mi pare che abbia fatto qualcosa in più del barese» manda a dire al distratto Zidane. Ecco il rischio. Il rischio è che a furia di parlare daltro, di inseguire gli sviluppi relativi al futuro di Vieri (niente summit con Galliani, linea ribadita, 72 ore per decidere, dentro o fuori, a disposizione solo un paio di destinazioni, non eccitanti, in Inghilterra, finirà con «resto al Milan»; ieri, colto da sinusite, è tornato a casa), si perda contatto con la realtà. E in particolare con il Parma che arriva 24 ore dopo lesito del viaggio juventino a Palermo. «Attenti al loro contropiede» ammonisce Ancelotti che gode di una bella statistica, imbattuto nelle 9 partite dinizio danno 7 successi e 2 pareggi. Occhi puntati sullo schieramento realizzato a Livorno (Stam in più, Simic in meno) e in particolare su Alberto Gilardino che affronta il suo recentissimo passato per la prima volta mettendo fine a una ipocrisia diffusa nel mondo del calcio. «Se segno mi comporterò secondo istinto» è la sua frase.
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