Milano - "I paesi con squilibri di bilancio dovrebbero destinare le recenti entrate inattese interamente alla riduzione del disavanzo e resistere alle pressioni tese a un allentamento della politica di bilancio". Lo afferma la Bce nell’ultimo Bollettino economico sottolineando come "tali politiche contribuiranno ad avviare i rapporti debito-pil, che si collocano ancora su livelli identici o addirittura superiori a quelli degli inizi della terza fase dell’unione monetaria, su un percorso sostenibile di flessione". I paesi con un disavanzo eccessivo, raccomanda poi la Bce, "devono assicurare la correzione quanto prima e al più tardi entro i termini fissati dall’Ecofin". È inoltre essenziale che "questi paesi persistano nei loro sforzi di risanamento strutturale anche dopo la correzione dei disavanzi eccessivi".
Vigilare sui tassi "Vi sono chiare indicazioni di rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi nel medio-lungo periodo". "Dopo diversi anni di forte espansione della moneta la liquidità nell’aera dell’euro permane abbondante" e in tale contesto "gli andamenti monetari continuano a richiedere un’osservazione molto attenta, soprattutto alla luce della crescita dell’attività economica e della dinamica ancora vivace dei mercati immobiliari". Per queste ragioni la Bce afferma che "in prospettiva è necessario intervenire con tempestività e fermezza per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio periodo".
Segnali di crescita robusta L’esame degli ultimi indicatori economici suggerisce "che l’espansione" economica nei paesi dell’euro "sia proseguita su ritmi soddisfacenti nel secondo trimestre". La Bce segnala che "vi sono i presupposti per il perdurare di una crescita robusta nell’area dell’euro" anche grazie alle condizioni esterne che continuano "a sostenere le esportazioni" di Eurolandia.
Più in dettaglio gli esperti dell’Eurotower stimano una crescita del pil compresa tra il 2,3 ed il 2,9 per cento quest’anno e tra l’1,8 ed il 2,8 per cento l’anno prossimo con un ribasso potenziale dovuto al possibile rincaro del petrolio negli ultimi mesi. Per quanto riguarda invece l’inflazione la banca centrale europea prevede un aumento dei prezzi compreso tra l’1,8 ed il 2,2 per cento nel 2007 e tra l’1,4 ed il 2,65 nel 2006.
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