La politica dellUdc che tradisce il centrodestra non piace a dirigenti e militanti che in Lombardia abbandonano il partito di Pier Ferdinando Casini. Troppo impegnato, almeno a Roma, nella caccia alle poltrone e nella politica delle alleanze (qui a destra e lì a sinistra), per ascoltare la voce del Nord. Dove, dopo diversi tentativi di farsi sentire, è cominciato un esodo verso il Pdl che si annuncia massiccio. Già questestate non era piaciuta la decisione di non schierarsi con Guido Podestà, il candidato del centrodestra impegnato nel ballottaggio con Filippo Penati. Tanto che lallora coordinatore cittadino Luca Ruffino che invece spingeva per mantenere la fedeltà al patto con Silvio Berlusconi e con gli elettori che per questo avevano votato Udc, fu commissariato. E per questo decise di lasciare il partito.
Come ora lascia lUdc il capogruppo al consiglio di Zona 9 Garibaldi-Niguarda Alberto Belli. Il 18 febbraio la dichiarazione in aula, ora la lettera a coordinatori e commissari per annunciare «che non faccio più parte del gruppo consigliare dellUdc e mi dimetto dagli incarichi di partito». Con «dispiacere dopo una lunga militanza nelle file dellUdc fin dai tempi del Ccd». Il motivo? «Non condivido più la linea che viene decisa a Roma e che non tiene conto delle realtà territoriali». A bruciare sono ancora le scelte dei candidati. «Dopo lultimo congresso - si legge - lUdc ha deciso di intraprendere la strada solitaria, senza più alleanze. Propositi che sono stati disattesi, soprattutto durante le elezioni provinciali, prima del ballottaggio dando finta libertà di voto per non contrariare lonorevole Bruno Tabacci che dichiarava di appoggiare il candidato della sinistra Filippo Penati». Lì il primo scontro, con «la segreteria cittadina di Milano che seguendo la volontà degli iscritti e nella persona del suo rappresentante il segretario cittadino che si permetteva di esprimersi a favore di Podestà e subito la dirigenza romana metteva in atto le sue purghe repressive commissariandola». E poi «le elezioni regionali dove lUdc ha fatto alleanze a rendiconto delle poltrone». Durissimo lattacco ai vertici. «Non condivido la politica dei tre forni messa in atto da Casini e Cesa - accusa Belli - saltimbanchi delle alleanze che hanno ceduto il partito, soprattutto al Nord, al movimento della Rosa bianca, vedi Pezzotta candidato». E ora? «Rimarrò legato agli amici di viaggio che ho avuto finora, la coalizione di centrodestra».
«E a peggiorare le cose - spiega un altro dirigente in partenza - lespulsione del consigliere regionale del Piemonte Deodato Scanderebech». Lunghi e accorati jaccuse condivisi da molti militanti, consiglieri, assessori e quadri di partito che stanno intensificando gli incontri in vista di un passaggio in massa nel Pdl. Già dichiarata da tempo la scelta dellex coordinatore Luca Ruffino che oggi appoggia la campagna elettorale del Pdl e di Romano La Russa. Pronto un manifesto di appoggio con una ventina di nomi di chi farà campagna elettorale per lui. Criticata anche la scelta di accettare in lista Silvia Ferretto, ex Msi e ed ex An che ha traslocato alla vigilia delle regionali. Una abituata alle campagne elettorali e gran raccoglitrice di preferenze. Alla fine potrebbe arrivare prima, con il risultato che lunico rappresentante dellUdc per Milano al Pirellone potrebbe essere lespressione di una tradizione politica completamente diversa.
Oggi al Circolo della stampa arriva Pier Ferdinando Casini per presentare la candidatura a governatore di Savino Pezzotta.
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