Pietro Acquafredda
da Roma
«Per chi è interessato alla musica, al melodramma, il Don Giovanni di Mozart è l'opera perfetta. Non esiste al mondo un'opera più perfetta. E se si facesse un concorso di bellezza, sono sicuro lo vincerebbe Don Giovanni. È un'opera vocalmente, strumentalmente e drammaturgicamente straordinaria. Per non annacquare la sua forza drammatica, utilizzeremo anche a Roma la macchina, già utilizzata a New York dove questo allestimento è nato, che ci permette di avere cambi di scena a vista, in pochi secondi. Ciò è fondamentale per Don Giovanni. Nell'opera ci sono dodici quadri, ed è pericoloso interrompere in continuazione, per il cambio di scena; l'azione perderebbe di efficacia. Una volta cominciata l'opera, la storia deve scorrere senza interruzione fino alla fine». Con queste poche parole, provenienti da un telefono cellulare e diffuse da un altoparlante, si è materializzato nel foyer dell'Opera di Roma il regista Franco Zeffirelli, che le lunghe prove di questi giorni e qualche acciacco di stagione hanno costretto a casa. Per la sera della prima - oggi - ha assicurato che ci sarà. E come mancare, se l'unica vera novità di questo spettacolo inaugurale, è proprio lui? Per la prima volta si vede in Italia un grande spettacolo mozartiano di Zeffirelli che, negli ultimi decenni ha girato alla larga dal teatro di Amadeus; e si vede, finalmente, quel Don Giovanni del 1990 che inaugurò il Metropolitan di New York e che è stato tante altre volte ripreso, sempre con successo, ma mai in Europa. Per il Don Giovanni, Zeffirelli ha immaginato una grande cornice, fissa, di sapore barocco, che chiude la scena; all'interno, elementi di ridotte dimensioni che, mutando, disegnano i dodici quadri. I costumi, ricchissimi e d'epoca, sono di Anna Anni.
Per il resto, questo Don Giovanni è assai simile a quello già ascoltato all'Opera di Roma nel giugno 2002 e, ai primi di luglio del medesimo anno, in Piazza del Popolo. Quasi tutti i cantanti, per la prima volta sono diretti da Zeffirelli. Rispetto a quello di quattro anni fa, il Don Giovanni che inaugura l'Opera di Roma, registra, invece, la defezione, del direttore musicale Gelmetti, la cui presenza avrebbe ridotto questa inaugurazione alla ripresa di uno spettacolo, col cast di quattro anni fa, allora con la regia di Gigi Proietti. Hubert Soudant sul podio. Repliche fino al 24, quasi tutte esaurite.
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