Anche la fantasia è globale. Non si sfugge al controllo...

Nuova edizione del capolavoro di Xavier de Maistre con racconti inediti. Un'ottimistica difesa della libertà

Anche la fantasia è globale. Non si sfugge al controllo...

Non sappiamo se i fratelli Joseph e Xavier de Maistre abbiano mai giocato a chi era più reazionario. Avrebbe vinto Joseph con il capolavoro Le serate di San Pietroburgo, opera nella quale, oltre a fare a pezzi la Rivoluzione francese e l'idea stessa di progresso, descriveva l'uomo come un animale incapace di autocontrollo: "Superiormente alle numerose razze d'animali è collocato l'uomo, la cui mano struggitrice nulla risparmia di ciò che vive; esso uccide per nutrirsi, uccide per vestirsi, uccide per ornarsi, uccide per difendersi, uccide per solazzarsi, uccide per uccidere". Se le cose stanno così, il libero arbitrio ha bisogno di essere tenuto sotto controllo da uno Stato forte e soprattutto fondato sui principi cristiani, unica reale legittimazione del potere dell'uomo sull'uomo.

Il fratello maggiore Joseph (1753-1821) era un diplomatico importante. Xavier (1763-1852) era invece un militare. Entrambi erano nati a Chambéry, entrambi erano sudditi del Regno di Sardegna, entrambi erano di lingua francese.

Se Joseph è destinato a diventare un santino dei reazionari, Xavier si iscrive idealmente alla famiglia dei liberal-conservatori. Il suo capolavoro è il Viaggio in giro per la mia stanza, ora edito in nuova edizione con una ricca appendice di racconti inediti in Italia (Bur Rizzoli, pagg. 358, euro 15; a cura di Flavio Santi, prefazione di Vincenzo Latronico). Chi conosce il libro avrà notato la leggera differenza del titolo rispetto alle altre edizioni italiane. Flavio Santi, nel suo bel saggio e negli apparati, spiega alla perfezione questo e altri dettagli filologici. Un'edizione accurata e fornita, giustamente, di una poderosa bibliografia. Un lavoro fatto come si deve, insomma.

Naturalmente stiamo parlando di un classico, e non ripercorreremo le tappe del viaggio. Ricapitoliamo soltanto le caratteristiche principali. Xavier finisce agli arresti domiciliari per quarantadue giorni in seguito a un duello. Siamo a Torino, nel 1790. Con fare divertito, Xavier proclama che nessuno può realmente imprigionarlo e per dimostrarlo scrive un viaggio di quarantadue giorni all'interno della stanza in cui è rinchiuso. Si sposta dalla scrivani al divano, ricorda le vicende legate agli oggetti, divaga osservando i volumi della sua libreria. Innanzi tutto, Xavier espone la sua idea di uomo scisso in due componenti non sempre d'accordo tra loro: l'anima, la parte più nobile, che cercherà di guidare il viaggio, e la bestia, ovvero l'impulso a ottenere con ogni mezzo ciò che si desidera. L'anima è metafisica mentre "la bestia ha il compito di prepararmi la colazione". E di sfidare a duello.

Poi c'è una "sorridente" demolizione della Rivoluzione francese, un mattatoio a cielo aperto. Il diavolo stesso, "vero democratico", ne ha schifo.

Non se la passano meglio John Locke e l'Illuminismo, che si illudono di migliorare l'uomo ammaestrando la bestia. È Platone in persona a prendere in giro l'orda di "cannibali" che si paragona "agli eroi dell'antica Grecia" mentre commette "crimini atroci" e manda al patibolo, in nome della Ragione e della democrazia, "vecchi autorevoli, donne, bambini". Platone non capisce: con tutto il progresso che gli illuministi dicono di aver raggiunto, ancora non sono riusciti a creare una Repubblica saggia e ordinata?

Una bella bastonata, e anche i tecnocrati sono a posto: le scoperte della fisica e la medicina non potranno "mai mutare il corso della natura se non a spese della vita umana".

Questo è Xavier il conservatore, non troppo lontano dal fratello.

C'è però un aspetto "liberale" ante litteram. Lo mette bene in luce Vincenzo Latronico nella introduzione: "Si potrebbe vedere qualcosa di pessimistico nell'idea che un viaggio in giro per una stanza possa essere entusiasmante. Però in quell'idea c'è anche qualcos'altro, ed è la promessa che nessuna pandemia, nessuna prigione e nessun tiranno potranno mai toglierci la nostra libertà più profondo". E questo è senz'altro il significato che Xavier attribuiva alla sua opera: potete rinchiudere la bestia, ma l'anima continuerà ad andare dove vuole, senza restrizioni. La mia libertà interiore non ha padroni.

Qui però il lettore contemporaneo sente che qualcosa non torna. Xavier purtroppo è molto ottimista. Chissà cosa direbbe davanti a migliaia di zombi chini sul telefonino mentre camminano, al conformismo di chi desidera essere esattamente come gli altri.

I Savoia o il Fascismo, se preferite, potevano chiuderti nella tua stanza o tirarti una manganellata sulla bocca. Non potevano colonizzare la tua fantasia o i tuoi desideri. Questo risultato è stato ottenuto dalla società dei consumi, con un significativo aiuto della tecnologia che ha reso il mondo sempre più connesso. Cancellare le differenze conviene. Quale potere politico-industriale non sogna una massa di lavoratori-consumatori intercambiabili, uno identico all'altro, desiderosi, a tutte le latitudini, di acquistare gli stessi inutili oggetti? Vuoi mettere le economie di scala? Vuoi mettere il controllo che si può ottenere attraverso le analisi predittive dei Big data? E tutte quelle splendide telecamere con riconoscimento facciale... E tutti i movimenti bancari tracciabili grazie alla smaterializzazione del denaro... Naturalmente bisognerà rinunciare a qualcosa: alla piccola e media impresa, inefficiente; alle vecchie istituzioni, dalla famiglia alla Chiesa; alla libertà di non offrire nulla al mercato.

Complottismo? Non si direbbe proprio. Chi legge questo giornale conosce le idee della nuova Silicon Valley: cedere libertà in cambio di sicurezza, superare homo sapiens sapiens, interfacciarsi con le intelligenze artificiali. Oggi puoi girare nella tua stanza, osservato dalle telecamere di un reality, in mondovisione su qualche social o semplicemente spiato da chi ha voglia di spiare. La bestia è forte, quando l'anima è collettiva.

Questa, forse, è un'epoca meglio descritta, nel 1576, dal Discorso sulla servitù volontaria di Etienne La Boétie: "Un tiranno non ha alcuna forza se non quella che gli viene data, non ha potere di nuocere se non in quanto viene tollerato. Da dove ha potuto prendere tanti occhi per spiarvi se non glieli avete prestati voi? Come può avere tante mani per prendervi se non è da voi che le ha ricevute? Siate dunque decisi a non servire più e sarete liberi!".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica