Anche i no global protestano «Il Comune è irresponsabile»

«Chi ci amministra vuole creare delle zone-ghetto»

Anche i no global protestano «Il Comune è irresponsabile»

Quelli del centro sociale Cantiere volevano il permesso per un corteo in piena regola, ieri pomeriggio attraverso via Paolo Sarpi, nel cuore di Chinatown. Palcoscenico ideale per urlare nei megafoni «l’irresponsabilità di amministratori ottusi e scellerati» nella gestione della questione cinese. Colpevoli, insomma, di applicare le norme dopo anni di lassismo ingiustificato. Invece una cinquantina di no global in età da liceo hanno dovuto accontentarsi dello spartitraffico in piazzale Baiamonti, dopo il divieto della Questura a nuove manifestazioni nel quadrilatero al centro delle tensioni degli ultimi giorni. E così, in mezzo ai clacson e allo smog, hanno montato casse per la musica e verniciato striscioni con gli slogan di repertorio: «No al razzismo e alla xenofobia», «Tutti diversi e tutti uguali», eccetera eccetera.
Molto baccano per nulla: qualche ora di hip hop e di rime antagoniste, volantini in doppia lingua distribuiti a ogni negozio della comunità asiatica, merenda a base di Coca e patatine. I giovani organizzatori sono comunque soddisfatti: «Questa è stata descritta come una zona ad alto rischio - afferma una di loro -, ma per chi ci vive non è affatto così. Guardate quanti ragazzi cinesi sono venuti a conoscerci e a ballare con noi. Qui c’è un fantastico meticciato». Ma senza polemica politica non c’è gusto, quindi i leader più «anziani» rincarano la dose contro la giunta che non tollera le zone franche in città: «Le iniziative del “No Mama project” sono occasioni di crescita sociale e culturale - garantisce Luca -. Negando l’autorizzazione a sfilare in via Sarpi, chi governa Milano ha dimostrato di volere un territorio diviso in zone-ghetto, anziché favorire l’incontro e il dialogo. C’è spazio per le ronde e non per le onde musicali».


Scambio culminato nell’ennesimo mega-graffito all’altezza di via Lomazzo, un «pezzo» con lo spray rosso e nero che ripete le parole di cui sopra. Poi giù a strappare i manifesti di Forza Nuova, uno scarabocchiare di murales su murales. Attorno, residenti e commercianti ad augurarsi che «questa storia dei cinesi finisca al più presto».

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