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Anche i repubblicani si adeguano: eletto il primo presidente nero

A dieci giorni dall’insediamento alla Casa Bianca del primo presidente nero, il democratico Barack Obama, il Partito repubblicano ha eletto per la prima volta un afro-americano alla presidenza: Michael Steele, ex-seminarista ed ex-cognato del pugile Mike Tyson, è da ieri il leader del partito di opposizione. Steele, che si è imposto alla sesta votazione dopo un graduale processo di eliminazione dei numerosi candidati, ha detto di «accettare con grande umiltà e senso del dovere» la nomina.
Nato alla periferia di Washington, nella base militare Andrews (dove è ospitato l’Air Force One), Steele è cresciuto in una famiglia molto povera, sua madre faceva la lavandaia, insieme alla sorellastra Monica, poi diventata la moglie del pugile Mike Tyson. Anche dopo l’acrimonioso divorzio tra la donna, una pediatra, ed il pugile, Tyson è rimasto molto legato a Steele, sostenendolo in tutte le campagne elettorali. «Farei di tutto per lui - ha detto di recente l’ex-campione del mondo -, perfino tornare sul ring». Dopo avere studiato in scuole cattoliche ed essersi laureato in relazioni internazionali alla John Hopkins University, Steele è entrato in seminario per diventare sacerdote. Ma dopo tre anni aveva cambiato idea laureandosi in legge invece alla Georgetown University. Nel 2000 Steele era diventato presidente del Partito repubblicano del Maryland, diventando il primo afro-americano ad essere eletto alla testa di una sezione statale del partito. Due anni dopo era diventato vice-governatore del Maryland. Nel 2004 era stato scelto per il discorso principale alla convention repubblicana proprio quando Barack Obama era stato scelto come principale oratore alla convention democratica.
L’anno dopo era stato inviato dal presidente George W. Bush alla cerimonia di investitura di Papa Benedetto XVI, insieme al governatore della Florida Jeb Bush, come rappresentanti degli Stati Uniti. Nell’ottobre del 2005 si era candidato alle elezioni per diventare senatore del Maryland ma era stato battuto. Nel novembre scorso, dopo la vittoria elettorale di Obama, era stato sollecitato da diversi membri del partito a candidarsi alla presidenza repubblicana. Steele aveva respinto l’idea che la spinta fosse dovuta al colore della pelle: «Sono un repubblicano che, per pura combinazione, è anche afro-americano». Oggi è stato eletto alla testa di un Partito repubblicano in forte crisi dopo la sconfitta del novembre scorso. Restituire entusiasmo al partito sarà un lavoro molto duro per il primo afro-americano mai eletto a questa carica. «È l’alba di un nuovo partito», ha detto il neo eletto. E il suo voto non potrà che invogliare gli afro-americani a guardare anche tra i repubblicani. Ma il compito appare difficile.

Alle ultime elezioni meno del 5% dei neri ha votato per Bush.

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