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Anche i telefoni hanno un cervello Lg lo ha messo nella fotocamera

Dopo l'S9 di Samsung, il P20 Huawei e lo Zenfone 5 di Asus, ecco un'altra novità «smart»: il G7 che riconosce l'immagine

Mark Perna

Prima era solo telefono, poi è diventato smart e ora è anche intelligente. Il cellulare è ufficialmente entrato nella sua terza era tecnologica, quella che lo porta ad arricchirsi di nuove funzionalità legate all'intelligenza artificiale. Si tratta di un passo evolutivo sostanziale anche se siamo solo agli inizi. L'obiettivo è infatti quello di rendere lo smartphone sempre più personale ed efficiente, un vero compendio digitale della nostra vita. La sensazione, al momento, è però che si tratti di un mero strumento di marketing, lo sbandieramento di una innovazione apparentemente fine a se stessa.

Quando si parla di AI (artificial intelligence) nei prodotti più recenti come il nuovo LG G7 presentato settimana scorsa a New York, il riferimento va immediatamente al reparto fotografico. Questo telefono è equipaggiato con una AI Cam, una speciale funzione che permette il riconoscimento automatico delle scene che si stanno catturando. In altre parole, grazie a sofisticati algoritmi e sistemi di apprendimento automatici (machine learning), lo smartphone riconosce i soggetti inquadrati e suggerisce le migliori impostazioni per ottenere foto perfette. Un tramonto, un bambino o un monumento, sono infatti situazioni fotografiche ben diverse e non sempre l'utente è in grado di scegliere i parametri corretti per esaltare l'immagine, operazione che però viene assolta brillantemente dal telefono. L'intelligenza artificiale offre anche un'altra esperienza piuttosto singolare, quella di dialogare con il cellulare in modo autoreferenziale. Il G7 ad esempio ha integrato un pulsante che attiva la chat vocale direttamente con l'assistente di Google, una sorta di segretaria tuttofare a cui è possibile chiedere di mettere un appuntamento in agenda, di ricordare un evento, di effettuare ricerche in rete e molto altro. Il tutto semplicemente usando la voce.

Molte sono le aziende che stanno puntando sull'AI per offrire prodotti sempre più evoluti. Huawei è stata sicuramente la prima con il lancio del P10 e con il recente P20 ha ulteriormente marcato il territorio, ma della partita sono tutti i big del settore da Samsung ad Apple, compresi outsider di rango come Asus. Proprio il nuovo cellulare dell'azienda taiwanese, lo ZenFone 5, utilizza l'intelligenza artificiale per allungare la vita della batteria evitando che si sovraccarichi quando viene lasciato attaccato alla corrente tutta la notte. Il sistema limita la carica al 95% per poi arrivare al 100% pochi minuti prima del momento in cui normalmente viene usato alla mattina, orario che apprende in modo automatico sulla base della modalità di utilizzo di ogni utente.

Possiamo però aspettarci molto di più: ad esempio useremo lo smartphone come visore per la realtà aumentata, puntandoe la camera su un qualsiasi monumento per ottenere subito le informazioni di riferimento. E funzionerà anche come telecomando intelligente per la gestione degli altri dispositivi domestici: avvierà la lavatrice due ore prima di rientrare a casa sulla base dei nostri appuntamenti in agenda e sul tragitto che stiamo facendo.

Sulla carta sembra tutto molto utile e interessante, ma bisogna ponderare bene anche il rovescio della medaglia, dalla cessione pressoché totale dei nostri dati personali ai possibili rischi di usi poco leciti di questa intelligenza.

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