Anche Ibra ogni tanto dorme E Hernanes gela il Milan

Anche Ibra ogni tanto dorme E Hernanes gela il Milan

Addio sorpasso (nei confronti della Juve), addio sogni di gloria per il Milan. Con la Lazio, in campionato, il Milan non sa più vincere e nemmeno pareggiare. É diventata la sua bestia nera dopo averla castigata in modo largo nei quarti di coppa Italia (3 a 1). Da due anni ad Allegri e ai suoi non riesce di piegare la resistenza dei romani, ieri sera in grande difficoltà, rimasti senza Klose, senza artigli quindi. Eppure basta aspettare l’occasione buona, dopo aver difeso con le unghie e con i denti il pareggio, per fare lo sgambetto al Milan, il più inatteso della serata e regalarsi una notte da raccontare ai nipotini a casa. Merito esclusivo della coppia Hernanes-Rocchi, riusciti nell’intento di infilarsi come una lama tra Nesta e Thiago Silva, per girare in porta uno dei rari assist serviti dalla squadra. Sulla quarta sconfitta stagionale dei campioni, larga nel risultato, 2 a 0, pesa il macigno di un clamoroso rigore negato ai campioni d’Italia a inizio di ripresa provocato da un mani galeotto e fin troppo esplicito di Dias (“petto“ di Ibra per El Shaarawy). Per una volta, vede giusto l’arbitro Damato il quale si fa incredibilmente fuoriviare dall’assistente Maggiani che vede un tocco successivo di El Shaarawy e così il rigore solare viene trasformato in una punizione contro. É vero, anche la Lazio ha modo di protestare (collisione di Lulic con Thiago fermo ai limiti dell’area) ma si tratta solo di un pretesto per far pressione sull’arbitro e allentare la morsa del Milan.
Se il Milan, per oltre un’ora di gioco, non riesce ad abbattere il muro laziale e trova invece sbarrata la strada che porta al gol, la responsabilità è anche di Ibrahimovic, in serata non molto ispirata se non nel ruolo inedito di musa del gioco d’attacco, e di qualche scelta non proprio felice di Allegri (la sostituzione di Ambrosini, l’uscita di El Shaarawy, la conferma di Robinho). Dello svedese infatti risulta l’invito iniziale per Nocerino (girata di testa con parata plastica di Marchetti) e quello successivo su cui Dias mette una manona. L’altro deficit della sera è rappresentato dallo sciagurato Robinho, rimasto in campo fino alla fine a dispetto di una prova, da trequartista, che non convince e che non decolla nemmeno quando recupera il ruolo di seconda punta per l’arrivo di Seedorf dalla panchina. Nel finale, con Maxi Lopez al debutto, il Milan, con uno schieramento senza capo nè coda, fa una collezione di lanci nel mucchio centrale ricavando solo qualche pallida occasione dalle parti di Marchetti. La chiusura, che è una specie di didascalia conclusiva, è l’errore sotto porta dello stesso Ibrahimovic, per una volta liberatosi al tiro, da centroavanti autentico insomma. Non è serata.
La Lazio invece offre una lezione di umiltà e di sapienza tattica. Senza un vero attaccante a sostegno di Rocchi riesce a ottenere da Hernanes quel servizio che mette in crisi la famosa coppia Nesta-Thiago Silva.

Sono loro due, insieme nella ripresa, ad apparecchiare un successo da ritagliare e che smentisce la tendenza fin qui tradita, cioè giocare meglio fuori casa che all’Olimpico dove il clima tra i tifosi delusi dal mercato è tutt’altro che idilliaco. Alla stoccata di Hernanes, fa seguito in una successiva percussione, la stilettata di Rocchi riuscito a bruciare la concorrenza sul primo palo, senza alcuna responsabilità del portiere.

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