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Anche in Liguria referendum su Berlusconi: astenersi è un rischio

Anche in Liguria referendum su Berlusconi: astenersi è un rischio

(...) Ma, oltre alla scelta del modello incarnato da Sandro Biasotti, domenica e lunedì ci si gioca di più. Ed è la partita nazionale, emersa chiaramente dalla manifestazione di piazza San Giovanni con due argomenti su tutti. Primo: la difesa della libertà, a partire da quella di comunicazione tutelata dalla Costituzione. Secondo: il centrodestra sa ancora ragionare come il popolo, anzichè come i salotti radical-chic, come ha spiegato Umberto Bossi.
Domenica e lunedì, l’ha detto da par suo il nostro direttore Vittorio Feltri, si vota per un referendum. L’ennesimo referendum su Berlusconi. E chiunque di noi abbia parlato negli ultimi giorni con gli elettori del centrodestra, sa che c’è in giro una certa insofferenza e una voglia di astensionismo, anche fra i moderati. Non mi riferisco alla scelta fra un partito e l’altro, alla possibilità che un moderato possa votare Pdl, Lega o una delle altre liste che appoggiano Biasotti. Ma proprio alla scelta fra centrodestra e centrosinistra.
La partita del prossimo fine settimana, quindi, va molto al di là di quella, importantissima, per la Liguria. La partita è tutta nazionale e politica e penso che coinvolga il futuro stesso del centrodestra. Credo che nessuno possa pensare che le idee dei finiani siano il futuro dei moderati italiani. E quindi, dall’esito delle elezioni regionali, dipende anche il futuro politico dell’Italia. Ci torneremo nei prossimi giorni.
Quindi, astenersi o buttare il voto, stavolta rischia di essere un gioco pericolosissimo, come quei tizi che a Capodanno finiscono all’ospedale per le ferite dei botti con cui stavano giocando.
Certo, è chiarissimo che non tutto va bene: il governo parla da anni di riforme, a partire da quella della giustizia e delle intercettazioni, che da altrettanti anni restano chiacchiere e lettera morta; alcune scelte non entusiasmano; la passione con cui si è insediato il quarto governo Berlusconi, quello attuale, non è più la stessa; il fuoco di sbarramento di alcuni seguaci di Fini ricorda il Follini dei (brutti) tempi; il personale politico del centrodestra non sempre sembra all’altezza, come capacità e in qualche caso come onestà; il pasticcio delle liste, al di là di tutte le scusanti e attenuanti, sempre pasticcio resta.


Insomma, l’impressione netta è che, come sempre, gli elettori del centrodestra siano meglio dei loro rappresentanti. Che, magari, non sempre profumano. Ma non devo spiegare ai lettori di questo Giornale il concetto dell’importanza di sapersi turare il naso.

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