Leggi il settimanale

A Torino arriva la super moschea. Mistero sui fondi

La struttura sarà di 1300 mq. Il centrodestra: chi paga?

A Torino arriva la super moschea. Mistero sui fondi
00:00 00:00

Inizio lavori: 2026. Manca ormai poco alla posa della prima pietra della più grande moschea di Torino (nella foto il rendering), che quando sarà completata sarà anche la più grande d'Europa. Già questo dovrebbe far suonare un campanello d'allarme per il livello d'attrattiva che potrà avere il luogo di culto non solo per la comunità islamica piemontese e italiana ma anche per quella europea, considerando anche la relativa vicinanza di Torino con il confine francese ed è nota quale sia la situazione attuale nel Paese Transalpino per quanto riguarda la deriva islamica radicale. Lo skyline di Torino, tra non molto tempo, vedrà quindi svettare un minareto alto circa 20 metri che sovrasterà una struttura di circa 1300 metri quadrati, all'interno della quale sorgerà anche uno studentato con 80 posti letto. L'intervento ha un budget stimato di 17 milioni.

Chi paga? Questa è la domanda principale e a fronte del finanziamento ufficiale e re del Marocco ci sarebbero anche altri finanziamenti privati di cui, però, non si conosce la natura. E non è un nodo di poca rilevanza, come dimostra l'interpellanza presentata da Federica Scanderebech, capogruppo di Forza Italia al Comune di Torino, nella quale viene chiesto alla giunta di Stefano Lo Russo "chi finanzi l'opera, con quali importi, con quale articolazione delle risorse e quali verifiche siano state effettuate sulla provenienza e tracciabilità dei finanziamenti" ma anche "come si intenda gestire l'accesso e la permanenza dei frequentatori che non comprendono la lingua italiana e quali strumenti di mediazione culturale siano previsti". Sono tutte domande, oltre che lecite, fondamentali, soprattutto se considerate nel complesso della situazione attuale di Torino, dove nel pieno degli scontri tra antagonisti e area pro Pal viene avviato il cantiere per una grande moschea, che rischia di accentrare a sé l'interesse di variegati gruppi di aggregazione, compresi i radicali. Senza Askatasuna, che per 29 anni è stata il fulcro dell'antagonismo violento, e con la città blindata, la moschea e il suo indotto di "servizi" non specificati possono diventarne, per uso e non per significato, un adeguato sostituto.

Il progetto potrebbe rappresentare una ulteriore criticità anche per il luogo in cui la moschea sorgerà, al confine tra le zone di Barriera di Milano e di Porta Palazzo, aree ad altissima densità abitativa straniera, che per buona parte non è nemmeno in regola: il rischio è che anche gli ultimi italiani lascino il quartiere, non volendo essere svegliati dal muezzin, creando una zona a esclusivo uso degli stranieri.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica