Anche senza Gilardino questo Genoa è più forte

Anche senza Gilardino questo Genoa è più forte

(...) sensibile riconoscenza pecuniaria hanno dimostrato una volta di più - nel momento di cocentissima delusione - che lo zoccolo duro blucerchiato, triplicato a suo tempo da Paolo Mantovani, merita incondizionato rispetto perché resta il più genuino baluardo a perenne difesa dell'orgoglio blucerchiato.
Ciò detto, passo al giudizio del campo. In tre soli turni questo campionato di serie B ha già evidenziato almeno tre non trascurabili rivali - il Torino di Ventura, il Padova di Dal Canto e il Brescia di Scienza - con i quali la Sampdoria di Atzori dovrà fare i conti nella corsa alle prime due piazze che daranno diritto all'immediata promozione in serie A. Per restare comunque alle cose di casa, dopo il fondamentale acquisto dell'effervescente Foggia e l'opportuno scambio Sammarco-Bentivoglio personalmente giudico l'organico a disposizione di Atzori maggiormente tagliato al corposo modulo tattico del «4-4-2», anziché all'ambizioso «3-4-3». Abbiate la compiacenza di seguirmi senza scambiare la mia ragionata e chissà se ragionevole analisi per pretenziosità.
Dunque, la Sampdoria è più che validamente coperta tra i pali con Romero e Da Costa e all'attacco con un quartetto di punte da serie A. Personalmente vedo la coppia dei bomber titolari stabilmente costituita dal tarantolato Bertani e dal tetragono Piovaccari che al fisico possente e al chirurgico colpo di testa unisce due piedi e una sagacia tattica di notevole portata. Però riconosco che l'esuberante movimentismo di Pozzi e l'esperienza purtroppo attualmente mortificata di Maccarone costituiscono per la Sampdoria una valida garanzia di fattiva intercambiabilità. Per il resto, non mi dispiacerebbe vedere una «quattro» difensiva attualmente schierata con Rispoli-Volta-Accardi-Castellini, in attesa del recupero di Gastaldello e con Costa, che manda confortanti segnali di ripresa, pronto al subentro, e una «quattro» di centrocampo con Foggia e Semioli sulle due fasce laterali (Padalino e Laczko i loro rincalzi) e Bentivoglio valido sia come complemento centrale (in corsa con Obiang e Dessena) a capitan Palombo sia come alternativa a Semioli. Con tutto il rispetto per Atzori che conosce il proprio mestiere a menadito, io proverei così già lunedì prossimo a Empoli, dove col «3-4-3» si venne sciaguratamente eliminati dalla Coppa Italia due settimane fa. Voi che ne pensate?
Concluso lo sciopero farsa, finalmente si tornerà a parlare concretamente di Grifone, domenica l'apertura a Marassi, ore 15, ospite l'Atalanta. C'è da far meglio del campionato scorso, quando fu 9° posto finale a quota 51. Ci sono i presupposti? Io dico di sì. L'unico errore che si è fatto nel corso dell'estate è stato quello di straparlare di Gilardino. Si sa che l'appetito viene mangiando: se ai tifosi prometti Gilardino, poi a Caracciolo storcono il naso.
Le novità si chiamano Frey, Bovo, Seymour, Constant, Birsa, Merkel, Pratto, Jorquera e - se Dio vorrà - prima o poi i talentuosi Jankovic e Ze Eduardo reduci da tutte le disgrazie e gli intoppi del mondo. Obiettivamente il portiere (Frey) è un grande. La «quattro» di difesa (Mesto o Rossi a destra, Antonelli o Moretti a sinistra, due fra Bovo Dainelli e Kaladze al centro) dà affidamento.

Il «rombo» di centrocampo, che può contare su Seymour o Veloso al centro, Kucka e Constant ai lati più Birsa o Jankovic di rifinitura, è un lusso che il Grifo non si concedeva più dai tempi di Rossi, Thiago Motta, Milanetto e Juric. L'attacco, formato da Caracciolo o Pratto in coppia con Palacio, non dovrebbe fare rimpiangere Floro Flores e Boselli. Tirate le somme: per me si andrà meglio dell'anno passato. La parola a Malesani.

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