«Questa situazione non può andare avanti allinfinito, siamo nel guado da 14 anni. Se il Convitto è destinato a morire, che muoia subito ma con onore»: è quanto affermato ieri da Roberto Olmi dopo linterpellanza presentata in consiglio regionale dal capogruppo di An Gianni Plinio. «In effetti il programma triennale delle opere pubbliche 2006 prevedeva la costruzione di 200 posti auto - ha spiegato Olmi - ma per far sì che, col project financing, una parte della struttura resti destinata a convitto e che venga poi creato un centro di eccellenza internazionale per master e corsi post laurea». Olmi si dichiara interessato al rilancio della struttura, «anche con attività internazionali e collaborazioni con lUniversità, ma non allo smantellamento del convitto».
Sul fronte degli accorpamenti outi da Regione e Provincia, poi, si profila una nuova battaglia: quella dei genitori degli studenti del Leonardo Da Vinci ai quali viene chiesto il sacrificio di rinunciare alla succursale di Largo Giardino per dare quegli spazi proprio al Colombo. E che si rivolgono al Tar per contrastare la decisione degli enti locali. Non ha senso - dice Monica Valbonesi Simoni, presidente dei genitori del Da Vinci -. Il buon senso dei cittadini dice da solo che togliere una succursale che è parte integrante della scuola è un fatto assolutamente da scartare. I servizi della segreteria sono gli stessi , come gli insegnanti. Non vedo perché dovremmo andare a chiloetri di distanza». Intanto partono i «Tè filosofici»: primo appuntamento oggi con Alessandro Cavanna e il Tractatus de intellectus emendatione (Baruch Spinoza).
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