Ancora fiamme nella notte. Distrutti questa volta cinque automobili e tre scooter. Fumo e fuoco raggiungono anche i primi piani di uno stabile Gianicolense, il piromane torna a colpire C’è chi tra i residenti si organizza in ronde. E il consigliere comu

Ancora fiamme nella notte. Distrutti questa volta cinque automobili e tre scooter. Fumo e fuoco raggiungono anche i primi piani di uno stabile Gianicolense, il piromane torna a colpire C’è chi tra i residenti si organizza in ronde. E il consigliere comu

Alessia Marani

Ora una taglia sul piromane. A chiederla Michele Baldi, consigliere comunale di Alleanza Nazionale: «I romani non possono continuare a vivere con l’incubo di svegliarsi la mattina e ritrovarsi auto e moto bruciate». Ancora in azione l’incendiario (o la banda di incendiari) che dall’inizio dell’estate a oggi ha appiccato le fiamme a oltre 200 tra veicoli e scooter parcheggiati in diverse zone della capitale: dall’Appio Latino a Casal Bruciato, dal Tiburtino a Montesacro e ai Parioli. L’altra notte l’ennesima incursione, anche se gli inquirenti indagano per capire se, dietro agli ultimi roghi, vi sia effettivamente la stessa mano dei precedenti. Questa volta a Monteverde, sulla Gianicolense, in via Antonio Toscani, la parallela di via di Donna Olimpia. Qui il fuoco brucia prima una vettura, poi il rogo si propaga rapidamente ad altre cinque automobili: una Jeep, una Fiat Uno, una Punto, una Peugeot 206 e una Citroën C3 nuova di zecca vanno in cenere insieme con tre motorini. Non solo. Il fumo invade le case ai piani superiori, le fiamme lambiscono i primi piani dello stabile di fronte, rendono inagibile un laboratorio odontoiatrico al pian terreno. «Abbiamo sentito dei forti boati - raccontano alcuni residenti - ci siamo subito affacciati alle finestre e abbiamo visto le fiamme. Non c’è rimasto che chiamare i pompieri». Sul posto il turno «A» della squadra Ostiense. Pochi istanti e l’incendio è sotto controllo. Ma di auto e moto restano solo le carcasse annerite. C’è chi piange, chi si mette le mani nei capelli: «Avevamo ancora le rate da pagare», dice una donna. Stesse scene già viste a piazza Bologna, corso Trieste, viale Ippocrate, via Chiana, via di Vigna Stelluti, solo per citare una piccola parte delle strade prese di mira dal piromane da giugno in poi. L’elicottero con visore notturno promesso dal prefetto per dare la caccia agli incendiari in fuga? Nessuna traccia. Impossibile pure per gli stessi pompieri indagare sul folle criminale che ha deciso di fare impazzire carabinieri e polizia in una caccia, finora, senza risultati: il nucleo investigativo e scientifico dei «firefighters» nostrani che doveva insediarsi a Capannelle, infatti, è ancora ben lontano dall’entrare in funzione. Così il rompicapo dell’estate per gli inquirenti si fa ancora più difficile. Ma quale il profilo del «pazzo» incendiario? Alla polizia arriva un primo identikit: un uomo sui 30/40 anni, capelli abbastanza lunghi, zainetto indosso. Descrizione che pare coincidere alla perfezione con quella di Alfredo V., 38enne fermato tra il 14 e il 15 luglio nei pressi della stazione Cornelia della metropolitana intento a dare fuoco a una Lancia Thema. Viene arrestato, rilasciato pochi giorni fa e affidato a una casa di cura psichiatrica. Ma gli incendi, nel frattempo, non si sono bloccati. Nella sola notte tra il 2 e il 3 agosto, in poco più di due ore tra l’una e le tre e mezzo, finiscono in cenere 43 automobili e ben 30 motorini. Il piromane raggiunge quote da guinness. Gli abitanti di Roma nord si organizzano in ronde, c’è chi la notte non chiude occhio pur di stanare il «folle». Ma non basta. I roghi continuano. «Di fronte all’azione illogica di certi criminali - dice Baldi - è giusto che i cittadini si guardino attorno, che aiutino le forze dell’ordine. Per questo l’idea di una taglia, magari proprio con una bella macchina come ricompensa è opportuna. Il sindaco intervenga». Secondo psichiatri e criminologi bisogna distinguere tra «incendiari» e «piromani». Piromani, di fatti, sono solo coloro che hanno un «bisogno compulsivo di vedere il fuoco divampare e bruciare ogni cosa».

E spesso rimangono confusi tra curiosi e soccorritori ad assistere alla scena. In «Point of origin», film-cult sui piromani seriali, alla fine, investigatore e ricercato sono la stessa persona. Ma a Roma quello delle auto bruciate resta un giallo senza senso.

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