È ancora giallo sui visori notturni dei miliziani

Andrea Nativi

Ma quanto sono tecnologici questi guerriglieri hezbollah! L'ultima novità svelata da Israele riguarda il ritrovamento in bunker di una serie di sofisticati apparati di visione notturna, che apparentemente avrebbero origine britannica. Tali visori sono stati utilizzati dai miliziani islamici per riprendere a grande distanza i movimenti e le attività delle truppe israeliane.
Le immagini sono poi state registrate e trasferite su computer e impiegate per pianificare imboscate e attacchi a sorpresa nei confronti dei soldati israeliani, che speravano di avere sugli avversari il vantaggio di poter operare di giorno come di notte grazie ai propri apparati di visione notturna. Ma così non è stato e anzi in diverse occasioni i guerriglieri hanno potuto cogliere in contropiede le truppe israeliane.
Le autorità di Londra hanno avviato un’inchiesta. In un primo momento sembrava che i visori facessero parte di un lotto di 250 sistemi venduti dalla società britannica Sdms all’Iran, nel quadro di una fornitura autorizzata nel 2003 per consentire alle forze di Teheran di controllare il confine con l’Afghanistan e combattere il narcotraffico. Ma un confronto tra numeri di matricola ha dato esito negativo. La Sdms poi è solo un distributore e gli apparati consegnati all’Iran sono di produzione russa. Il Foreign Office ha però spiegato che alcuni visori notturni sono stati venduti in passato anche al Libano e a Israele. Insomma, resta ancora tutto avvolto nel mistero.
Al di là della vicenda specifica, Hezbollah ha dimostrato di saper utilizzare in modo molto ingegnoso e tatticamente sofisticato l'equipaggiamento su cui riesce a mettere le mani. Compresi i sistemi di visione a lunga distanza, diurni e notturni. Di per sé tali apparati, anche con qualità militare, si possono reperire abbastanza facilmente e a costi ragionevoli.
Si tratta per lo più di sistemi est-europei o dei Paesi ex Urss. Rispetto a quelli occidentali ultimo grido, sono in genere più pesanti e ingombranti, meno affidabili e con minore portata e sensibilità. Ma non è sorprendente che una formazione militare come Hezbollah possieda visori individuali e di reparto.
Anzi, l'intelligence militare israeliana ha trovato nei bunker espugnati a caro prezzo anche di peggio: apparati di guerra elettronica per il monitoraggio, la registrazione e l'analisi delle comunicazioni militari, sistemi per la scoperta di sensori radar, apparati radio portatili e veicolari criptati. Per non parlare degli armamenti: dai missili anticarro americani Tow a quelli europei Milan, a quelli russi, agli esplosivi militari, alle mine, alle armi leggere.
E non tutto questo materiale è stato fornito da Iran o Siria.

In qualche caso proviene dalle dotazioni dell'esercito libanese, in altri si tratta di preda bellica sottratta a Tsahal o di materiale acquistato sul mercato «libero», con qualche triangolazione di comodo.
Gli apparati di guerra elettronica in diversi casi hanno consentito agli hezbollah di sfuggire ai rastrellamenti e alle offensive israeliane o hanno consentito di organizzare vere e proprie trappole.

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