Gian Battista Bozzo
da Roma
La legge finanziaria ha trascorso poco meno di cinquanta giorni alla Camera, prima del voto di fiducia. Ma chi può dire, fra i deputati, di conoscerla da cima a fondo? La commissione Bilancio non lha votata, rinviandone lesame direttamente in aula. In assemblea, il testo è stato votato fino allarticolo 15 (sui circa 220 che componevano il provvedimento), poi è stato abbandonato. Modifiche, emendamenti e ripensamenti hanno prodotto tanta carta e ancor più confusione. Infine, è arrivato allultimo minuto un maxi emendamento da 204 pagine (tabelle comprese), contenente 826 commi, stampato su carta riciclata ecologica e dal costo (se qualcuno in vena di follie lo volesse acquistare) di 4 euro e 4 centesimi. Alzi la mano il parlamentare che lo ha letto per intero, prima di votarlo. Alla fine è cambiata, per lennesima volta, anche lentità della manovra, scesa a 33 miliardi e 800 milioni di euro dai 34 miliardi e 700 milioni dellultima versione. La Finanziaria, ha detto Prodi, «sarà apprezzata e applaudita fra un anno». «Sì, quando avremo finito di leggerla», si sorride alla Camera.
Le modifiche al testo sono state continue, persino dopo la presentazione del maxi emendamento sui cui si è votata la fiducia. Ancora nel pomeriggio di ieri è stata aggiunta una norma che riconosce alla Regione Sardegna la compartecipazione allIrpef, che era stata dichiarata inammissibile il giorno prima. Inoltre, il comma 758 autorizza per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 la spesa di un miliardo di euro per il finanziamento della partecipazione italiana a missioni internazionali di pace.
Secondo alcune interpretazioni, questa norma renderebbe inutile il voto semestrale per il finanziamento del peacekeeping; ma il capogruppo di Rifondazione comunista, Gennaro Migliore, la contesta, ricordando che si tratta solo di una posta contabile mentre le autorizzazioni parlamentari rimangono. Alla fine del percorso a Montecitorio, le maggiori entrate nette sarebbero pari a circa 19 miliardi di euro, considerando che lincremento di entrate fiscali è di circa 24 miliardi, ma ci sono anche riduzioni dimposta per 5 miliardi. Quanto alla spesa, la Finanziaria contiene aumenti per 14 miliardi e tagli per circa 10 miliardi: il saldo è di maggiori spese per 4 miliardi di euro.
Il caos che ha caratterizzato il primo passaggio parlamentare della Finanziaria 2007 spinge molti a chiedere una riforma della cosiddetta «sessione di Bilancio» in Parlamento. La questione è stata sollevata da Fausto Bertinotti e dal presidente Napolitano. «Se per tre anni di fila i governi, prima quelli di centrodestra e ora il nostro, sono stati costretti a porre la fiducia sulla Finanziaria, vuol dire che bisogna modificare lo strumento», afferma il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti.
La riforma, aggiunge, va incominciata subito dopo lapprovazione della manovra, dunque in gennaio. Il sottosegretario allEconomia Paolo Cento propone di istituire una commissione Bicamerale di riforma: «Così comè non regge più, ed è esposta alle pressioni di lobby e lobbine», osserva. Ma Cento, Chiti e gli altri «riformisti» sanno molto bene che la questione è sul tavolo da anni. Il sogno di ogni ministro dellEconomia è di avere un budget allinglese: pochi fogli tenuti segreti in una valigetta di marocchino rosso e presentati al Parlamento di Westminster non come un «prendere o lasciare», ma quasi: pochissimi gli emendamenti, e tutti concordati fra parlamentari e governo. Ma la sessione di bilancio «allitaliana» è lunica che consente anche ai peones di farsi notare, attraverso i loro emendamenti.
Lultimo tentativo di riforma è stato quello del 2003: ritoccare la Finanziaria si rivelò impossibile; si tentò di modificare almeno i regolamenti, concentrando lesame di merito nelle commissioni Bilancio.
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