Milano - Non c'è pace al Policlinico. Dopo i due principi d'incendio nel reparto maternità al secondo piano della Mangiagalli nella notte di Santo Stefano che hanno costretto al trasferimento di una quarantina di pazienti, tra mamme e neonati, in altri reparti, questa notte sarebbe stata la volta di un allarme bomba. Una telefonata anonima arrivata al pronto soccorso di via Francesco Sforza segnalava la presenza di un ordigno esplosivo. Tra i reparti invitati a stare attenti c'è il Monteggia che ospita i reparti di neurologia e neurochirurgia. E sempre stanotte sono stati fatti chiudere i portoni della Mangiagalli. Se si sia trattato di un allarme serio o di uno scherzo tanto imbecille quanto crudele o di un atto di sciacallaggio per ora non è dato saperlo. La direzione sanitaria non rilascia dichiarazioni sull'allarme bomba se non una risposta sibillina: "non ne sappiamo nulla". Se la telefonata non ci fosse stata sarebbe stato più giusto dire che "si escludeva l'arrivo di una telefonata del genere. Insomma dopo il piromane si sarebbe fatto vivo un mitomane? A meno che i due eventi non siano ad opera di persone che, non si sa per quale motivo, hanno preso dimira la Fondazione Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena. La Digos intanto indaga.
La clinica: "Allarme infondato" "La Direzione e il personale, insieme ai Carabinieri, prontamente intervenuti, hanno fatto evacuare temporaneamente la zona interessata - spiega Basilio Tiso, Direttore medico di presidio - Questa è poi stata attentamente ispezionata e le verifiche sono risultate nulle. Dopo le 22.30 tutto è tornato alla normalità”. La Direzione, insieme ai Carabinieri, ha rafforzato ulteriormente la vigilanza in Mangiagalli. I Carabinieri stanno svolgendo le necessarie indagini sull’accaduto.
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