Medicina

Ancora viaggi all’estero per la fecondazione medicoassistita

Procreazione assistita: la fuga verso l'esodo continua. Spagna, Svizzera e Repubblica Ceca restano ancora le mete più gettonate per le coppie di connazionali che vogliono realizzare il sogno di diventare genitori ricorrendo ad un trattamento di procreazione medicalmente assistita(Pma).
La soluzione si trova sempre all'estero dunque, nonostante le modifiche sulla legge 40 con sentenza della Corte Costituzionale del marzo 2009, che di fatto non prevede più il divieto di produrre più di tre embrioni (con l'obbligo di impiantare tutti gli embrioni in un'unica soluzione) ed è consentita la crioconservazione degli embrioni purché la fecondazione resti omologa (gameti appartenenti alla coppia). Secondo la quarta indagine dell'Osservatorio sul Turismo procreativo sono almeno 4000 gli italiani che varcano il confine italiano e di questi il 50% ricorre alla fecondazione eterologa, non consentita in Italia, la fecondazione ottenuta con la donazione di gameti (ovociti e spermatozoi estranei alla coppia), spesso senza ricevere adeguate informazioni sui donatori, anonimi, dalle strutture mediche). Il restante 50% sceglie di varcare il confine anche solo per sottoporsi alla normale fecondazione in vitro omologa con utilizzo dei gameti appartenenti alla coppia, consentita dalla legge 40. Il fenomeno è spiegabile con il passaparola e con informazioni ricevute errate o incomplete, fornite anche da alcuni medici, non sufficientemente informati sulle possibilità offerte dai centri presenti sul territorio nazionale. E non si può neppure eludere l'altro fenomeno in continua crescita che è la scelta della maternità surrogata da parte di coppie single, che hanno registrato un aumento del 100%, anche questa vietata in Italia. Perchè allora a distanza di tre anni ci sono ancora pazienti con la valigia in cerca del sogno da realizzare solo all'estero? L'indagine condotta dall'Osservatorio sul Turismo Procreativo ha puntato l'attenzione sui forum dedicati ai centri stranieri consultando circa 500 messaggi inviati tra il 2009 e il 2012 da cui è emersa molta confusione e disinformazione sulla legge 40, ritenendo i centri italiani inadeguati. Quindi, nel dubbio si sceglie di andare all'estero mascherando, per motivi di privacy, l'operazione con una vacanza.

Le coppie che ne hanno necessità devono poter rivolgersi anche ai centri italiani.

Commenti