Figlio di un calzolaio, nacque nel 1850 a Lalatta di Palanzano, in quel di Parma. Studiando con sacrificio, nel 1873 riuscì a diventare sacerdote. Dapprima parroco, fece rapida carriera e nel 1877 fu rettore del seminario di Parma. Nel 1890 era vescovo di Guastalla e l'anno seguente di Como. Tre anni dopo era cardinale e arcivescovo di Milano. Qui volle aggiungere Carlo al suo nome, in onore del Borromeo. Subito si diede da fare: congresso eucaristico nazionale nel 1895, congresso di musica sacra (che lanciò la musica di Lorenzo Perosi), centenario ambrosiano nel 1897, cinquantesimo del dogma dell'Immacolata Concezione nel 1904 e di Lourdes nel 1908, centenario della canonizzazione del Borromeo nel 1910 e le «settimane costantiniane» nel centenario dell'editto di Costantino (1913). Il Ferrari istituì una cattedra di economia in seminario e creò i cappellani del lavoro, promuovendo leghe operaie e agricole, casse rurali e di mutuo soccorso, uffici del lavoro. Fondò la rivista diocesana e unificò i due giornali cattolici milanesi, «L'Osservatore Cattolico» e «La Lega Lombarda», ne «L'Unione» (poi divenuto «L'Italia» e, unitosi col bolognese «L'Avvenire d'Italia», sfociò nell'«Avvenire»). La cannonate di Bava Beccaris del 1898 gli crearono problemi perché fu accusato di fomentare il malcontento.
E il suo darsi da fare nel sociale gli procurò l'accusa di modernismo (ma s. Pio X dovette ricredersi). Sue sono le milanesi Opera Cardinal Ferrari e l'Università del Sacro Cuore. Nel 1919 fu operato di cancro alla gola. Visitato tutti i giorni dai milanesi, morì nel 1921.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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