«Andremo in Sardegna, senza spendere»

Francesca Nacini

Da sogno agognato a meta avvelenata: è questo che sta diventando la Sardegna nei pochi giorni che ci separano dall’estate. Anziché mettersi in cerca di posti su traghetti ed aerei, infatti, quest’anno, i più combattivi tra i vacanzieri italiani stanno studiando come evitare l’inospitale tassa riservata dal presidente della regione Soru a tutti i non residenti, o peggio, a come boicottare turisticamente l’isola.
Una delle voci più combattive, in questa lotta impari tra consumatori e istituzioni, è quella di Anna Massone, presidente dell’Associazione Voglio Vivere. Reduce dal rifiuto di Soru a ogni invito al dialogo, la Massone è passata al contrattacco e ha studiato uno «sciopero del turista» che potrebbe fare veramente male all’economia locale: invita tutti coloro che possiedono immobili sull’isola a passare le proprie vacanze altrove o, se costretti, a disertare almeno tutti i servizi, lasciando a secco bar, ristoranti e negozi. Mentre, infatti, la vendita delle case sarebbe solo dannosa per i proprietari e lascerebbe indifferente l’amministrazione regionale, il boicottaggio dell’isola, prosciugando l’usuale afflusso estivo di denaro, potrebbe servire a riportare il Governatore sui suoi passi, fino all’abolizione della tassa.


L’incisiva iniziativa non è solo una provocazione: agitando lo spauracchio del crollo economico essa mira ad evitare l’imminente e reale fuga dei turisti dai lidi isolani, che, se non ci saranno ripensamenti da parte dell’aministrazione, porterà a una regressione incontrovertibile del turismo locale. E a quel punto le pecore non popoleranno più solo gli slogan delle associazioni dei consumatori, ma ritorneranno a occupare le terre in cui vivevano trent’anni fa.

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