Emiliano Leonardi
Per lo sport laziale lestate che sta per finire è stata allinsegna delle lacrime. Beninteso, di gioia. Sono stati tali e tanti i momenti di esaltazione, che quasi si è perso il conto. Tutto è cominciato l11 giugno, con la storica promozione del Frosinone in serie B. Roma e Lazio a parte, mai altra squadra della regione era salita così in alto nei prosceni più importanti del calcio italiano. I ciociari hanno conquistato i play off, e senza il caterpillar-Napoli nello stesso torneo avrebbero vinto il girone B della C1 a mani basse. Il calcio ha regalato sorrisi alla Roma, che a campionato finito si è ritrovata seconda, sia pure a tavolino, dopo la bufera calciopoli e che disputerà la Champions League, obiettivo che a Trigoria era stato prefissato a inizio stagione. Sorride la sponda giallorosa del Tevere, ma anche la Lazio non può che riscontrare come il suo bicchiere sia «mezzo pieno»: dopo aver ascoltato la sentenza di primo grado, i fan si stavano già abituando allennesima beffa di una retrocessione figlia del calcio-scommesse. Invece, sia pure con una penalizzazione, il club di Formello ripartirà dalla serie A. Per come si erano messe le cose, il «-11» nella classifica del campionato che sta per partire non è che il male minore. Un sorriso anche per Felice Pulici che, causa la squalifica del gestore Claudio Lotito, è stato promosso presidente del club. Come non sorridere, poi, per gli 80 anni dell'altro patron, Franco Sensi, festeggiati persino in Campidoglio? Il football ha regalato soddisfazioni anche a sei laziali (e, con loro, a due romani dadozione) che si sono laureati campioni del mondo: Marco Amelia (in forza al Livorno, ma nato a Frascati), Fabio Grosso (capitolino anche lui, da giugno allInter), Alessandro Nesta (romano, cuore laziale, maglia milanista), oltre ai romani e romanisti Francesco Totti, Daniele De Rossi (e con loro va citato il giallorosso Simone Perrotta, nonostante i natali britannici) e ai laziali Angelo Peruzzi da Blera e Massimo Oddo (che è nato a Pescara). Semplice annotazione: il doppio poker di calciatori non può non essere considerato lo zoccolo duro della formazione che ha portato in Italia il quarto alloro mondiale. Uno «smile» anche per Paolo Di Canio, che è tornato alle origini per indossare la maglia della squadra che lo aveva lanciato, la Cisco Roma (che all'epoca si chiamava Lodigiani) e per lo sbarco a Fiumicino del cileno David Pizarro, che dopo un anno di illusioni giunge finalmente alla corte di Luciano Spalletti. Lacrime di commozione per larrivederci di Damiano Tommasi, il cui passaggio al Levante ha confermato ancora una volta che l«anima candida della patria pedata» è realmente una persona speciale.
Per passare dal calcio all'atletica leggera serve fare un salto come quello di Andrew Howe Besozzi, che a Göteborg, in Svezia, ha conquistato la medaglia doro nel salto in lungo ai Campionati Europei: l8,13 ottenuto al primo balzo nella finale dell'8 agosto ha consentito allo statunitense di Rieti di agguantare il primo successo importante della carriera e, allItalia, di iscrivere per la prima volta in Europa il nome di un suo atleta al primo posto nelle gare dei salti. Applausi anche per Andrea Barberi, quinto nella finale dei 400 metri e che proprio ieri a Rieti, con un insperato 4519 ha strappato a Mauro Zuliani un primato italiano vecchio di 25 anni: col carattere che si ritrova, il ventisettenne di Tivoli (che vive in un paesino che sta a 13 chilometri dal comune tiburtino, San Gregorio da Sassola) può aspirare anche alla finale mondiale del prossimo anno.
Dalla pista alla piscina, non si scende dal podio. Grazie alla diciottenne nuotatrice di Tor Bella Monaca Alessia Filippi, nuova regina europea dei 400 misti: anche nel suo caso lalloro rappresenta un primato, in quanto è la prima nella storia del nuoto femminile italiano in una rassegna continentale. A Budapest lacrime di gioia le hanno versate anche i fratelli Marconi, che dei tuffi hanno fatto unarte. Maria ha conquistato la medaglia di bronzo nella finale della gara da 1 metro, mentre Nicola e Tommaso hanno conquistato lo stesso risultato nella finale del trampolino sincro da 3 metri.
Un applauso va a Vincenzo Cantatore (nato a Santo Spirito, in provincia di Bari, ma romano dadozione), ultima icona della boxe italiana. Da ricordare anche chi la romanità è riuscito a esportarla. È il caso del ventunenne Andrea Bargnani. Il 28 giugno, durante il draft Nba, è stato scelto dai Toronto Raptors come prima scelta assoluta, diventando così il primo giocatore italiano a essere chiamato al primo giro, e il primo europeo ad essere stato selezionato davanti a tutti nella storia. Neanche un mese dopo Veltroni lha premiato con la «Lupa di bronzo». Vincitori e vinti, comunque gli applausi ci sono per tutti.
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