Animalisti contro Max Mara, il Questore di Milano lancia l'allarme

In vista della Settimana della Moda, la polizia teme una nuova serie di proteste contro i negozi del gruppo, accusati da gruppi ultra-ecologisti di vendere capi d'abbigliamento con inserti di pelliccia. Disposte misure straordinarie di vigilanza

Il messaggio è partito venerdì mattina dall'ufficio del questore di Milano, Vincenzo Indolfi. Si tratta di un messaggio urgente diramato a tutti gli uffici di polizia e a tutti i commissariati di Milano con l'ordine di attivare una vigilanza straordinaria su uno dei marchi più noti del Made in Italy: Max Mara. Tutti i negozi di Max Mara nel capoluogo lombardo sono ufficialmente considerati da ora obiettivi a rischio. E insieme a Max Mara l'allarme coinvolge anche gli altri marchi controllati dal gruppo di Reggio Emilia: Max & Co., Penny Black, Marina Rinaldi. Tutta la holding Max Mara è da tempo nel mirino degli animalisti che ritengono intollerabile l'utilizzo di pelliccia naturale per i capi di abbigliamento. Il web pullula di siti e di appelli che invitano a boicottare i negozi Max Mara e a organizzare forme di protesta davanti ad essi. L'avvio della stagione dei saldi, la settimana scorsa, ha visto nuove iniziative di protesta contro numerosi esercizi commerciali legati al gruppo. É un braccio di ferro che dura da anni, e di cui per ora non si vede la fine. E, secondo il dispaccio del questore, potremmo essere di fronte ad un inasprimento della protesta. Indolfi si rivolge in particolare ai commissariati di zona perchè intensifichino il pattugliamento dei negozi del gruppo. Non viene disposta - forse anche per mancanza di mezzi - una presenza fissa. Ma la Questura è convinta che anche un passaggio di Volante in più possa avere un effetto dissuasivo. La «battaglia» contro Max Mara è stata rilanciata recentemente da siti Internet della sinistra radicale come Indimedia e Anarchia azione. Non si è trattato, almeno finora, di contestazioni particolarmente violente.

Non si sa sulla base di quali elementi il questore Indolfi abbia ora ritenuto di lanciare l'allarme. Interpellati questo pomeriggio dal Giornale.it per un commento, i portavoce di Max Mara hanno preferito non dare risposta.

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