Cronaca locale

Anni ’60, quando ascoltando i Beatles gli italiani «facevano» la rivoluzione

Alla Coop di via Arona una rassegna fotografica ripercorre quei formidabili anni, partendo dal concerto dei «Fab Four»

Barbara Silbe

Eravamo tutti lì, senza esserci abituati. Eravamo lì come in un sogno fatto di suoni e passioni mai provate prima. Eravamo pieni di aspettative e illusioni e, dio, come eravamo giovani. Mica è come adesso, che si va ai concerti spendendo una fortuna, con quella spavalderia da ragazzi un po’ cresciuti che ne hanno viste di tutti i colori e più niente ci impressiona. Allora, era 40 anni fa, erano i favolosi Beatles in tournée in Italia per un evento che ci avrebbe resi tutti maledettamente anticonformisti, o così almeno credevamo. Era il Bel paese fecondo e positivo che viaggiava in Cinquecento, faceva vacanze in Vespa e fantasticava di comprarsi il primo frigorifero. Mica avevano tante pretese, eppure sembrava di sì. E sembrava che quella sera al Vigorelli si potesse cambiare anche il nostro piccolo mondo.
Il 24 giugno del 1965, sono passati quattro decenni, i Fab Four portarono a Milano la musica beat. Era uno dei primi eventi musicali all'aperto. Protagonisti di quel concerto, oltre alla mitica band, erano i giovani. Nuovi soggetti sociali, vitali, desideranti, creativi, fondamentali per i cambiamenti culturali e di costume che avevano causato o passivamente subito. E proprio a quei ragazzi, ai loro gusti, alle loro tendenze è dedicata la mostra fotografica «'60. Gli anni giovani. La musica, i consumi, gli stili di vita», organizzata da Coop Lombardia presso il Supermercato di via Arona da oggi fino al 31 luglio.
Niente opere d'autore, ma scatti della foto-cronaca giornalistica e aiutano a rendere una dolceamara testimonianza dell'atmosfera di quegli anni. Attraverso la rievocazione di uno spettacolo, si osservano volti, sguardi, abiti, gente e cose, un piccolo spaccato d'epoca, un irripetibile «giorno nella vita» del secolo scorso, quando le trasformazioni avevano ormai preso la strada del futuro.
La rassegna si snoda tra l'atrio del supermercato, il garage, gli scaffali dedicati alla grande distribuzione, e accoglie clienti e visitatori con gigantografie e tunnel tematici che fanno rivivere i favolosi anni Sessanta. Una raccolta storica di immagini che fanno sorridere, perché raccontano l'arrivo di Ringo, Paul, John e George nel capoluogo lombardo assediato dai fan in delirio. Sbarcati in Centrale, dopo un concerto a Lione, alloggiarono all'hotel Duomo, si concessero ai giornalisti e poi via, sul palco, per presentare tutti i loro successi, tra duetti con la chitarra e immancabili inchini alla fine di ogni canzone.
Una folla ad attenderli, vestiti come loro, pettinati come loro. Adolescenti in delirio sotto il palco, ciglia finte, occhiali bianchi e ciuffo alla Jackie Kennedy, adesso mamme o nonne. Ascoltavamo i Quattro di Liverpool e ci frullava per la testa di rivendicare il nostro irrinunciabile «diritto alla conoscenza», alla libertà, all'emancipazione, eppure… Eppure, tutte quelle «Michelle» nostrane, nel futuro vedevano la famiglia, i figli, l'ultimo modello di lavasciuga. Come prima, come tutte noi, come sempre sarà.
La mostra «'60. Gli anni giovani. La musica, i consumi, gli stili di vita», catalogo Skira, è aperta da lunedì a giovedì: 10- 20; venerdì, 9- 22; sabato 9-20.30. Chiuso domenica. Info: 800.016706; www.60gliannigiovani.

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