Roma

Anni Verdi, assunzioni «condizionate»

Antonella Aldrighetti

Quale futuro per gli operatori sanitari di Anni Verdi? La situazione odierna non lo disegna roseo. Già, perché c’è ancora molto da chiarire sull’affidamento diretto dell’ente morale al consorzio di cooperative Ri.Rei consentito grazie a un accordo tra l’assessore alla Sanità Augusto Battaglia e la Cgil Funzione pubblica. Quei chiarimenti sarebbero d’obbligo, visto che riguardano pure poco meno di 600 operatori sanitari che, a seguito del collasso finanziario della onlus, sono passati in carico alle Asl e ora assegnati «d’ufficio» alle coop.
Ma i chiarimenti arrivano lacunosi: qualche giorno fa l’assessore aveva esultato definendo l’affidamento a Ri.Rei un’ottima soluzione per risolvere anche le posizioni lavorative degli operatori. Adesso però, spunta fuori una realtà tutta diversa. Il contratto di lavoro che il personale ex Anni Verdi andrà a firmare sarà condizionato dalla durata del progetto. Vale a dire che qualora la Regione intendesse interrompere il rapporto di affidamento, al personale verrebbe sciolto il contratto. Infatti l’impegno siglato il primo settembre da Battaglia, Cgil, dal delegato di Ri.Rei Giuseppe Maria Milanese e dai delegati delle Residenze sanitarie assistite, riporta una clausola da non prendere sottogamba. E cioè che «è intenzione del consorzio procedere all’assunzione ex novo degli operatori attualmente attivi mediante un contratto a tempo indeterminato condizionato alla durata dell’affidamento da parte della regione Lazio delle attività assistenziali». Siccome però il primo periodo d’affidamento è di un mese soltanto, sarebbe da fare luce sulle modalità dell’assunzione e soprattutto che significa nel comparto sanitario la formula di «assumere personale a tempo indeterminato condizionato». E c’è pure di più: la formula sarebbe d’obbligo perché la gestione a Ri.Rei è «una gestione temporanea e sperimentale». Se si scioglie il consorzio, addio lavoro. Punto che sia l’assessore diessino non l’ha mai esplicitato.
Tuttavia l’elenco delle bizzarrie non termina ancora. Ve ne sono almeno altre due da elencare. Ecco la prima. Nei giorni scorsi, quando è emersa la vicenda dell’affidamento diretto di Anni Verdi alle coop, si è parlato di un atto ufficiale che riguardava una delibera di giunta. Macché, nel testo dell’accordo siglato da Funzione pubblica, assessore e coop si parla di una determinazione dirigenziale e di una proposta di delibera. La seconda bizzarria riguarda l’affidamento al consorzio di coop della residenza sanitaria assistita di Lavinio (quella nota alle cronache perché non in regola con le normative vigenti in fatto di prestazioni sanitarie). Al contempo però, la stessa Rsa, non risulta accreditata dalla Asl di appartenenza, la Roma H.

Un motivo sufficiente per chiedersi come avrebbe fatto l’assessore alla Sanità a dare in gestione la struttura senza che l’Asl territoriale e, non lui stesso, definisse i termini di accreditamento.

Commenti