Anni Verdi, l’ora delle polemiche

Antonella Aldrighetti

Continua a far discutere la questione dell’affidamento diretto dell’ente morale Anni Verdi al consorzio di cooperative sociali Ri.Rei sancita, la scorsa settimana, da un accordo siglato tra l’assessore alla Sanità Augusto Battaglia e la Cgil Funzione pubblica.
Un provvedimento che ha battuto ogni record di tempismo visto che, a seguito del collasso finanziario della onlus e della messa in liquidazione, la gestione era passata sotto il controllo diretto delle Asl almeno fino al 30 settembre, come del resto aveva stabilito il prefetto Achille Serra. Ma adesso, dopo i provvedimenti di custodia cautelare emessi nei confronti di tutta l’ex dirigenza di Anni Verdi per presunte fatturazioni false, la discussione politica verte proprio sul volume d’affari dell’ente morale che avrebbe impedito all’assessore diessino di concedere brevi manu la gestione dell’ente alle coop. Una cifra (18milioni di euro) che data l’entità non avrebbe consentito alcun affidamento diretto, piuttosto invece la necessità di indire una gara addirittura europea. Ecco perché la vicenda, continuando a tenere banco tra gli scranni della Pisana, si sposta pure in Parlamento, dove il senatore di An Domenico Gramazio ha presentato al ministro della Salute Livia Turco un’interrogazione: «È necessario che si conosca da chi è costituito ufficialmente il consorzio Ri.Rei che ha avuto in gestione dall’assessore Battaglia l’associazione finita al centro di un’inchiesta giudiziaria che dimostra come ancora una volta le Asl a livello territoriale non riescono ad espletare tutti i controlli necessari».
E alla Pisana intanto il consigliere di An Tommaso Luzzi ha chiesto formalmente la convocazione della commissione Sanità per tutte le delucidazioni necessarie sulla vicenda. Anche da Forza Italia arriva un monito preciso alla gestione di Anni Verdi. Il vicepresidente della commissione Sanità Stefano De Lillo ritiene che la gestione debba tornare nelle mani delle Asl. «Il nodo dell’assistenza riabilitativa emerso col caso Anni Verdi - dice - delinea come, ancora una volta, l’unica strada percorribile per garantire efficienza al servizio è il convenzionamento diretto dei fisioterapisti con le Asl. C'è una legge da noi proposta che istituisce l’albo dei fisioterapisti, primo passo per il convenzionamento».
A voler mettere l’accento sulla necessità di approfondire le indagini sulla gestione di Anni Verdi è il vicepresidente del Consiglio regionale Bruno Prestagiovanni (An) secondo cui «lo scandalo che ha portato all’arresto del gruppo dirigente della onlus non deve essere confuso con l’affidamento diretto al consorzio Ri.Rei. È bene che la magistratura faccia piena luce su questo scandalo che si ripercuote ai danni di una struttura che svolge un servizio importante per la ricerca e l’assistenza di gravi disabilità. È necessario che chi era preposto ai controlli sulla Onlus riferisca in sede di commissione Sanità ma altrettanto deve fare l’assessore Battaglia su come si è arrivati all’affidamento del consorzio Ri.Rei, eludendo le procedure di messa a bando di gara e soprattutto una convenzione fra gli operatori del centro e le Asl che avrebbe tutelato la loro stabilità lavorativa». Dal fronte sindacale si fa sentire il segretario della Fials Confsal, Gianni Romano: «Devono essere chiariti, a tre giorni dalla firma dell’accordo con Ri.

Rei, testo dell’assegnazione diretta e condizioni economiche e temporali che hanno consentito tale assegnazione così tempestivamente, malgrado il consorzio risulti privo di strutture proprie». Chissà se la maggioranza ulivista riuscirà a spiegare l’ingarbugliata regalia dell’ente alle coop.

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