Roma

Anni Verdi: la Regione affida la gestione alle coop

Antonella Aldrighetti

Un comportamento lontano dalle regole del «politically correct» e da ogni logica di concertazione. Così si può definire la «risoluzione» che l’assessore regionale alla Sanità, Augusto Battaglia, in accordo con la Cgil Funzione pubblica regionale, ha deciso di prendere in merito all’ente morale Anni Verdi. Un atto che affida l’intera gestione alle cooperative sociali con effetto immediato e che riguarda gli operatori sanitari, i funzionari e naturalmente gli assistiti. Ma le incongruenze della decisione vengono facilmente a galla, proprio perché automaticamente e senza appello il servizio offerto ai disabili passerebbe da «assistenziale» a «sociale». E per un settore così delicato e complesso da gestire anche le terminologie contano molto: il cosiddetto «servizio sociale», tanto per fare un esempio, non garantisce la riabilitazione motoria.
Eppure Regione e sindacato avrebbero trovato il modo di superare l’ostacolo. L’8 agosto scorso infatti, la sola Cgil in rappresentanza dei lavoratori della onlus (nella persona del segretario regionale Alfredo Battisti) e l’assessore diessino, hanno convenuto che la soluzione migliore fosse quella di affidare al Terzo Settore l’attività svolta fino a quel momento dai 600 operatori in servizio. Questa, come risulta dal testo dell’accordo, la motivazione della scelta: «La soluzione che appare più rispondente alle finalità sociali già perseguite da Anni Verdi è individuabile nelle realtà maggiormente rappresentative del Terzo Settore già impegnate in analoghe esperienze assistenziali». Anche perché, continua il documento, così si garantirebbero «la necessaria continuità e unicità dei servizi nonché i livelli occupazionali, assicurando strumenti di partecipazione e di attivo protagonismo ai lavoratori».
Vale a dire che Battaglia e la Cgil ritengono la gestione odierna di Anni Verdi, così come è in corso ormai dai primi di luglio, impossibile da condurre oltre, senza darne però le motivazioni. Infatti dopo il collasso finanziario di Anni Verdi, l’amministrazione dell’ente morale è stata di fatto assegnata dal prefetto Achille Serra alle Asl per competenza territoriale (personale e locali requisiti compresi): un commissariamento che durerà fino alla fine di settembre. Ma sarebbe proprio da quest’ultima scadenza che Augusto Battaglia prenderebbe spunto per «liberarsi» del peso della onlus. Peccato però che il metodo utilizzato non rientri nelle normative vigenti, che richiederebbero per l’affidamento esterno un bando pubblico per una gara pubblica di rilevanza europea, considerata l’entità dell’operazione.
Inoltre, sempre secondo la legislazione attuale, nella strada scelta dall’assessore alla Sanità e dalla Cgil ci sarebbe un’altra forzatura: la legge 833 del 1978 infatti stabilisce che le strutture assistenziali e riabilitative che offrono servizi sanitari vengano date in gestione a privati, ma solo qualora la Regione sia impossibilitata a gestirle direttamente. Viene spontaneo quindi chiedersi quale sarebbero, in questo caso, i motivi di impossibilità delle Asl territoriali a mantenere la gestione diretta visto che ormai hanno ereditato da Anni Verdi, oltre ai beni immobili, anche i 600 operatori sanitari. Ma è proprio su di loro, oltre che sui pazienti affidati all’ente morale che ormai si sta giocando la vera partita.
Intanto da ieri, almeno per quanto riguarda la gestione del centro di Santa Severa, il personale è passato al consorzio Ri.Rei che fa capo alla Lega Coop e Confcooperative. Un trasferimento che sarebbe stato possibile - come si evince da una nota della Asl Roma F - grazie a una convenzione firmata da Regione e consorzio.

Ma su quali siano le coop aderenti a quest’ultimo, c’è ancora riserbo.

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