Un anno a spiare vita, trucchi e segreti del «perfetto» evasore

Milano Un volto insignificante appeso su un grande corpo molliccio. Capelli neri, folti, Ray Ban agli occhi, un abito dozzinale e una carretta per macchina. Icona del classico Signor Nessuno. Non attrae lo sguardo, anonimo tra i mille della folla, Gazzetta sotto braccio e una vita sconosciuta: eccolo, è lui. Anche questa può essere la faccia dell’evasore totale. O quasi. Quello che non ti aspetti, che non gira sul Suv, ma ce l’ha, che non esibisce un «tre alberi» ancorato a Montecarlo, ma che nel Principato ci va solo per un tuffo in spiaggia e una puntata al casinò. Il resto lo spende trascorrendo almeno tre mesi di vacanza l’anno, facendo vivere come una principessa la sua nuova compagna e puntando ai cavalli e al calcioscommesse nel tempo libero. Lussuosi weekend e cene nei migliori ristoranti della città non si contano. Le tasse? Un optional. Quando arrivano i condoni a regolare scadenza lui «si purga» l’anima, paga qualche migliaio di euro e soprattutto evita che si apra un’inchiesta sul suo conto. Fino a ieri era uno sconosciuto, un fantasma. Adesso sembra che la Guardia di finanza abbia finalmente deciso di puntare il mirino anche su di lui.
Per quasi un anno, noi del Giornale abbiamo cercato di spiare questa vita dorata, dopo esserci imbattuti per caso nella sua scaltra esistenza. Difficile scoprire dove abiti il nostro Signor Nessuno. La residenza è una cosa, il domicilio un’altra, dove effettivamente vada a dormire Mister X un’altra ancora. Sulle guide telefoniche il suo numero non compare. Alla fine l’abbiamo trovato. All’anagrafe risulta essere nato nel 1954, ottobre. Vive a Milano, in zona Sempione. Se schiacci il citofono o componi il numero di telefono spesso risponde una voce straniera. Naturalmente l’appartamento, per pagamenti condominiali e mutuo, non risulta intestato a suo nome, appartiene a una donna, un’affascinante quarantenne dell’Est. Insieme vivono da marito e moglie. Di professione il Signor Nessuno fa il commercialista, ufficetto grigio e tetro a Milano, per non dare nell’occhio, per far avere agli altri l’impressione di trovarsi di fronte a un professionista senza pretese. L’ufficio è poco più di un tugurio. L’intestatario del bugigattolo è il suo socio in affari, un altro commercialista già scampato non molto tempo fa ai controlli delle Fiamme gialle che però ora lo braccano di nuovo. A vederlo così non si scommetterebbe un centesimo su questo «povero» ricco.
Quando finisce in ospedale (leggi infarto) paghiamo noi per lui. Adesso, dopo sedici giorni trascorsi in un lussuoso resort tropicale, sta trascorrendo le ultime due settimane di sudato riposo in un hotel a cinque stelle della Sardegna. La coppietta allegra rientrerà soltanto a inizio settembre.
A Milano chi non ha soldi, nel frattempo, sopravvive respirando l’aria nebulizzata della metropolitana. Lui, invece, questo piccolo Paperon de’ Paperoni semisconosciuto all’Erario intanto sguazza nel mare della Costa Smeralda. Il Signor Nessuno possiede una fittizia società nella quale risulta impiegata anche la sua convivente. Le versa uno stipendio da mille euro al mese. Fino a oggi. Prima che il Paese della sua signora entrasse nella Comunità europea così era riuscito a farle ottenere il permesso di soggiorno. Ennesimo bluff, tutto finto. La società, in realtà, serviva e serve solo a scaricare i costi ed evadere le tasse. Mentre la bella signora trascorre le sue giornate in uno dei più prestigiosi fitness club della città. Zona San Siro, ovviamente. La Milano «da bere» da dieci anni si è trasferita lì, dove si gioca, si scherza tra un lusso e l’altro. Se prendi la targa del Signor Nessuno scopri che l’auto non è intestata a suo nome. Usa quell’auto, ma ne possiede altre, sempre a nome di persone diverse. Come questa vettura insospettabile: il proprietario risulta essere uno straniero, in Italia protestato dalle banche. Un semifantasma di cui si sono perse le tracce da oltre un anno. Viveva in Trentino, ora è tornato in patria.
Il nostro Signor Nessuno ha un figlio che frequenta l’università. Fuori corso, tanto per cambiare. Va anche dallo psicologo per curarsi residui di giornate spese nel nulla. D’estate prova a vivere facendo l’animatore, d’inverno se la gode a spese di papà. Gli esami? Sempre in ritardo. Ha una casetta tutta sua, il rampollo dell’evasore. L’affitto lo pagano i genitori, non finisce mai di studiare, ma vive da ricco. E il papà paga in contanti. Vietati assegni e ricevute: lasciano tracce. Il Signor Nessuno fa da intermediario nella compravendita di locali pubblici. Da qualche anno in città ormai si vende solo ai cinesi. Ma almeno loro pagano cash. Cosa importa guardare da dove arriva il denaro? Non ha colore né odore, anzi, meglio, è più facile nasconderlo. La compagna del nostro Signor Nessuno almeno un paio di volte al mese va dall’estetista, esige così la prassi dei ricchi. Lei, con il volto fresco grazie a iniezioni di acido ialuronico due volte l’anno (600 euro a seduta), spicca per la tinta color oro, glutei sodi e gambe lunghe trattate dai massaggiatori. È sempre bellissima, un vanto per il nostro Signor Nessuno che la stringe per mano esibendola in pubblico. Almeno quattro vacanze l’anno per la coppia. Venti giorni a Natale, dieci a primavera, un mese abbondante d’estate tra Tropici e isole esotiche, poi la classica settimana di riposo autunnale.

La Finanza immagina che il tenore di vita di questo Mister X sia quello di qualcuno che guadagni almeno 300mila euro all’anno. Il reddito dichiarato invece è 30mila euro. In due. Allora è vero, davvero siamo tutti ricchi.

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