Effusioni - realistiche, fin troppo realistiche - di omosessuali ammiccanti e avvinghiati in maniera oscena davanti alla videocamera; commenti ai limiti dello scherno su «quei bacchettoni», politici e non, ostinati a definire normali le persone che provano attrazione per gli esemplari umani di sesso diverso; il tutto in una trasmissione in onda sulla rete pubblica, quindi pagata dai contribuenti con fior di canone obbligatorio. Il capogruppo di Alleanza nazionale in Regione, Gianni Plinio, non ci sta. E annuncia la presentazione di una denuncia alla Procura della Repubblica di Genova per far accertare se nella trasmissione televisiva «Annozero», condotta da Michele Santoro, abbiano a ravvisarsi estremi di reato e, quindi, per far perseguire penalmente i responsabili. Nel corso del programma - da cui fra laltro il ministro della Giustizia Clemente Mastella, invitato come ospite, si era improvvisamente allontanato definendosi letteralmente «schifato» - era stato mandato in onda un ampio servizio sul Gay Pride di Roma che si è svolto ieri.
Loccasione di «Annozero» è stata colta al volo dai curatori e dallo stesso Santoro per innescare una violenta polemica nei confronti dei «retrogradi», portata avanti a colpi di servizi filmati che, al di là delle tesi avanzate, secondo i contestatori sono andati ben oltre i limiti imposti dalla decenza e dalla buona educazione. «Sono fiducioso nell'intervento della magistratura - ha dichiarato in questo senso Plinio -: un conto è la libertà di opinione e di informazione, altra cosa è la licenza di divulgare, in prima serata televisiva, immagini chiaramente oscene tratte dal caravanserraglio gay. Non è consentibile - ha aggiunto il capogruppo regionale di An - piegare il servizio pubblico radiotelevisivo agli interessi politici di quella fazione governativa che sfila a Roma a difesa dei Dico.
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