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Gli anti italiani che offendono il lutto di un popolo

ASTIO L’odio ideologico ha vietato ai bimbi di dare solidarietà ai loro coetanei rimasti orfani

Gli anti italiani che offendono il lutto di un popolo

RomaSimonetta Salacone colpisce ancora. Ieri niente minuto di silenzio per ricordare i sei giovani soldati morti a Kabul nella scuola romana Iqbal Masih, diretta appunto dalla Salacone, ex Rifondazione comunista, ex Sinistra arcobaleno e per il momento Sinistra e Libertà. Purtroppo la Salacone anche nell’ultima tornata elettorale delle europee non ce l’ha fatta ad arrivare a Strasburgo, dove paradossalmente forse avrebbe fatto meno danni. Ed è dunque rimasta a dirigere la scuola romana dove da anni conduce le sue personali battaglie contro i governi di centrodestra che si sono succeduti negli anni ed in particolare contro i ministri dell’Istruzione. Prima Letizia Moratti ed ora naturalmente Mariastella Gelmini. Battaglie assolutamente legittime se svolte fuori dalle aule scolastiche. Molto più discutibili invece quando vengono coinvolti in prima persona gli alunni dell’istituto che ospita materne ed elementari. Si parla dunque di bambini molto piccoli. Più volte sono state proprio le famiglie, che avevano i figli iscritti alla Iqbal, a segnalare scelte didattiche davvero sconcertanti. All’inizio dello scorso anno scolastico le maestre si presentarono con il lutto al braccio e fuori dalla scuole vennero messe in vendita a 5 euro magliette già pronte con scritte contro la riforma Gelmini. Con i bambini dell’asilo invece di disegnare fiori e casette si preparavano begli striscioni con scritte contro il ministro.
Questa volta però le riforme scolastiche non c’entrano. Ieri, mentre si svolgevano i funerali dei sei parà uccisi in Afghanistan, nella maggioranza delle scuole italiane è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell’attentato. Anche qualche altra scuola (due istituti elementari a Roma oltre ad alcune segnalazioni arrivate dalla Lombardia e dal Veneto, ndr) non ha aderito ma l’istituto diretto dalla Salacone è l’unico che ha tenuto a pubblicizzare questa scelta in polemica con la Gelmini, che aveva diramato una circolare proprio per chiedere che si rispettasse quel minuto di silenzio alle 12 durante i funerali. Un modo semplice per far sentire tutti gli italiani vicini a quelle famiglie. Le motivazioni alla base di questa scelta della Salacone sono tante ma trovarne una credibile è impresa impossibile.
«I bambini della scuole materne ed elementari sono troppo piccoli per discutere di questi temi», sostiene la Salacone. Dunque per la dirigente i bimbi hanno sufficiente senso critico e non sono troppo piccoli per capire il significato delle maestre vestite a lutto contro la riforma il primo giorno di scuola ed indossare magliette con slogan politici nei cortei. Ma sono invece troppo piccoli per condividere un minuto di silenzio con bambini della loro età rimasti orfani.
«La circolare del ministro Gelmini è arrivata alle 11.30 ed in alcune scuole non è stata recapitata», spiega poi la Salacone. Anche qui scusa debole. La richiesta del ministro era già stata ampiamente diffusa domenica scorsa in tutti i notiziari. Molte scuole poi avevano deciso di propria iniziativa di informare i ragazzi su di quanto era accaduto in Afghanistan. Ciascuno nella propria autonomia e libertà poteva fare scelte diverse. Anche discutere dell’inutilità della guerra, volendo. Ignorare quanto è accaduto mentre il resto del Paese condivide uno stesso evento, pure con sentimenti contrastanti, è scelta incomprensibile.
Tra i “nemici” dei lutto nazionale pure Francesco Caruso, portavoce della Rete No Global, che promette «non verserò una lacrima per questi morti». Caruso parla di «ipocrisia intorno alle bare» perchè i primi colpevoli della morte dei parà «siedono in prima fila ai funerali di Stato».
Non appena la Gelmini ha ricevuto le segnalazioni sulle scuole che non hanno partecipato al minuto di silenzio ha voluto chiedere «scusa alle famiglie dei nostri soldati». «La missione fondamentale delle scuole è educare alla cittadinanza - dice la Gelmini -.

E l’idea che per motivi di polemica politica alcuni docenti e dirigenti scolastici abbiano voluto deliberatamente mancare di rispetto a chi ha dato la propria vita per portare pace e sicurezza nel mondo è una cosa che riempie di amarezza».

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