Le antiche monete genovesi conquistano Milano

Fabrizio Graffione

La prima moneta in mostra è un prezioso genovino del 1139, quella di valore più alto, circa mezzo milione di euro, è un grosso 25 doppie in oro, un pezzo unico con incisa la porta soprana del 1636, quella accessibile a tutti, del valore di un paio di euro, è un popolare denarino del primo tipo.
Si è inaugurata ieri a Milano nel palazzo Affari ai, Giureconsulti della Camera di commercio, via Mercanti 2, l'esposizione della Carige sulle monete genovesi dal 1139 fino agli anni Sessanta. Le bacheche con il tesoro della Cassa di Risparmio di genova e Imperia sono aperte al pubblico, nella sala delle colonne, dalle 10 alle 19 tutti i giorni fino al 19 marzo. È la prima volta che la mostra emigra nel capoluogo lombardo dopo che è stata esposta al pubblico soltanto a Genova in pochissime occasioni come durante l'anno della cultura europea nel 2004. I dirigenti della banca genovese hanno fortemente voluto offrire ai milanesi questo evento culturale e collezionistico anche per stringere il rapporto con la città meneghina dove ha sede operativa la banca Cesare Ponti, nuova alleata di Carige per il private banking. Adalberto Alberici, consigliere di amministrazione di Carige, Carlo Arzani, vicedirettore centrale di Carige, Andrea Ragaini, amministratore delegato di Ponti, hanno spiegato il forte legame fra le due città anche storicamente come è dimostrato in alcuni rari pezzi della collezione dove ci sono monete genovesi battute anche dai duchi di Milano con i loro nobili simboli. Carige ha cominciato a raccogliere il tesoro nel 1967 con l'acquisizione di varie collezioni private e ha continuato, fino a qualche anno fa, a reperire monete genovesi di importanza storica e culturale.
«Di scudi la zecca della Repubblica di Genova - spiega il presidente Carige Giovanni Berneschi - ne ha coniati moltissimi nei settecento anni della sua storia: scudi col castello e, più tardi, scudi con la Madonna Regina di Genova, monete che hanno lasciato una profonda traccia nella vita quotidiana della città. Circolavano nel suo vasto impero commerciale che si estendeva in tutto il Mediterraneo fino alle porte del Medioriente e al Mar Nero.

Non c'erano soltanto gli scudi: genovini, grossi, denari e più tardi quadruple, doppie, zecchini, lire, soldi, comprese anche le monete che riportano iscrizioni in lingua araba, prodotte appositamente per gli scambi con i paesi del Levante con cui Genova mantenne durante i secoli strette relazioni».

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