Anticoli Corrado, il paese di pittori e modelle

Tante le stalle trasformate in studi da artisti anche stranieri E la cucina locale? Punta tutto sull’abbacchio e sul castrato

Renato Mastronardi

Prima di diventare famosa per i sali e per le modelle al servizio dei pittori stranieri della scuola romana, Anticoli Corrado appare per la prima volta datato attorno all’anno Mille, in un regesto, una sorta di inventario del patrimonio del Monastero benedettino di Subiaco, dove appare descritto come Castello de Anticulo. Il borgo medioevale può essere facilmente raggiunto percorrendo la strada che si distacca dalla via Tiburtina Valeria e che dista da Roma non più di 60 km. Il primo signore di Anticoli fu Oddone di Palombara, fratello di Giovanni, abate di Subiaco (1065-1117). Poi il fondo passerà nelle mani dei conti di Poli, della potentissima famiglia dei Conti e, quindi, agli Antiochia e, ancora, grazie a papa Martino V, ai Colonna ed ai loro nipoti. Quindi fu dei Barberini, degli Sciarra Colonna e dei Massimo.
Da vedere. Il paese, così come oggi si presenta al visitatore, ha conservato un impianto insieme medievale e barocco. Risalgono all’anno Mille i resti di alcune costruzioni fortificate, le tracce del Palazzo della Rocca, le antiche carceri che hanno resistito sotto la torre del Palazzotto Brancaccio. Ma la più interessante è quella che appartiene al periodo barocco. Tuttavia, l’antico ed il moderno oggi si ritrovano armonizzati in un contesto urbano che si dimostra, nonostante tutto, in un «unicum» armonico e coerente. Sulla Piazza Santa Vittoria si ammirano il Palazzo Baronale e il Palazzotto Brancaccio, oggi sede del Museo Civico che raccoglie opere di artisti italiani e stranieri che hanno soggiornato e lavorato ad Anticoli. Al centro della piazza, per esempio, c’è una splendida fontana, l’Arca di Noè, ideata da Arturo Martini. E ora, dal moderno all’antico: su un lato della contemporanea Piazza delle Ville insiste la Chiesa di San Pietro, forse il più antico monumento di Anticoli (risalirebbe al secolo XI), che conserva all’interno una serie di affreschi databili dal XIII al XVII. Fuori del paese si trova la Chiesa della madonna del Giglio che, dopo i restauri richiesti dai danni dell’ultima guerra, è solo la devota memoria del «tempio che fu».
Da mangiare e da bere. La tradizione di Anticoli Corrado paese degli artisti dura tuttora, perché in questo piccolo centro vivono e lavorano pittori che hanno trasformato in studi le stalle del paese. Tuttavia resiste tutto un piccolo mondo contadino che ha il merito di aver conservato una tradizione culinaria che è tra le più apprezzate dai turisti della domenica e non. I piatti caratteristici sono dedicati all’abbacchio e al castrato.

Tra i primi primeggiano le sagne (pasta di grano saraceno senza uova e condita con aglio, olio d'oliva e peperoncino); la zuppa contadina a base di fagioli con quadrucci di pasta di grano e pomodoro e, se di stagione, la polenta con le lumache. I dolci sono assolutamente domestici ed il vino, a parte il Rosciolo di Merano Equo, è quello di prevalente derivazione dai vigneti del Cesanese.

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