A Genova è «di casa». E se durante l'anno collezionisti e appassionati si incontrano tra antiquari e case d'asta, l'onore dell'apertura delle danze a gennaio spetta alla Fiera di Genova con Antiqua. La mostra mercato di arte antica organizzata da Symposium che torna da sabato 31 gennaio a domenica 8 febbraio (lunedì-venerdì ore 14-20; sabato e domenica ore 10-20, ingresso 12 euro).
Nove i giorni a disposizione per una full immersion nell'antico in tutte le sue forme. Dipinti? Arredi? Certamente, ma anche argenti, vetri, ceramiche, gioielli, orologi, arazzi e tappeti non mancano all'appello negli stand dei sessanta espositori selezionati per la quindicesima edizione. La formula è quella rodata e vincente della mostra mercato che permette a collezionisti e appassionati di antica e nuova data di avere una visione d'insieme del settore in un raggio agile e circoscritto. Quello di una rassegna che va sfidando le altre «colleghe» in un momento di crisi cui risponde con due parole d'ordine: prudenza e tempismo. L'antico è una passione e un investimento da calibrare su oggetti di pregio da ricercare con attenzione e la kermesse ne propone molti insieme a un'interessante apertura al settore librario in una Fiera di Genova sempre più attenta alle arti. Lo splendore dell'antico è quindi a portata di passo tra arredi del '700, dipinti di scuola fiamminga e amati (soprattutto dai genovesi) «Torretta» e non mancano attese ed eventi collaterali.
Tra le prime un Orfeo che incanta gli animali dipinto da Francesco Castiglione, figlio del «Grechetto»: già nella quadreria dei marchesi Canossa a Mantova e Verona sarà di certo oggetto di ben più di uno sguardo. Stessa sorte sarà di una veduta torinese di Aldo Raimondi già nell'inventario di casa Savoia e, tra gli arredi, di un comò di epoca Luigi XVI con piano lastronato in marmo verde antico di Tessaglia e di due poltrone dorate stampigliate George Jacob Parigi. E ancora, tra i libri, sono attese una prima edizione di un capolavoro di Galilei e una legatura dogale del 1607 donata a Paolo Sarpi dalla Repubblica di Venezia. Se la ricercatezza sottende l'appuntamento, gli eventi collaterali sono all'insegna di lidi lontani e immaginifici. Pipe, statue e cavalli Dogon nella raccolta di oggetti d'uso quotidiano e religioso dell'Africa nord-occidentale - databili tra il 1880 e il 1950 - scandiscono il percorso di «Africa le radici del mito». Esposizione che porta all'attenzione del pubblico quell'arte etnica che in altri paesi, Francia in testa, è già ricercata da tempo da una fitta schiera di collezionisti. Trasformano invece i nodi di rari tappeti di Persia, Turchia, Caucaso, Cina e Tibet in brillanti tessere di mosaico le opere di Donatella Malavasi. Le sue composizioni uniche e raffinate sono state oggetto delle fotografie e dei «fotomosaici» di Carlo Minotti, in vendita per sostenere in collaborazione col Rotary Club Centro Storico la riapertura della Casa S. Ambrogio, attiva nell'assistenza dei bambini che vivono disagi familiari.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.