Antonietta Fagnani Arese, la musa che trafisse il cuore a Foscolo

È il fascino della donna desiderata, sospirata, irraggiungibile, il tratto che ha reso immortale Antonietta Fagnani Arese, bellissima, spregiudicata nobildonna che riuscì a infrangere il cuore di Ugo Foscolo, con cui intrattenne una relazione lunga anni e dal quale fu celebrata con l’ode All’amica risanata. Terzogenita del conte Giacomo e di Costanza Brusati, Antonietta Fagnani era stata descritta dal Rovani come una donna che «faceva dell’amore l’unico passatempo». E all’amore aveva «consacrato» tutta la sua vita: nel 1798 andò sposa al marchese Marco Arese, ma le sue conquiste continuarono senza toccare gli affetti. Antonietta seduceva ma non si concedeva, ammaliava ma sapeva allontanare, affascinava mantenendo charme anche dopo l’addio.

Animatrice di salotti, musa di Vincenzo Monti e Stendhal, Antonietta aveva assistito imperturbabile al declino del padre che, a soli 45 anni, se n’era andato per la sifilide, effetto del suo sfrenato libertinismo e, in seguito a questo, era stata testimone del cambiamento della madre, che da viziosa e scostumata si era convertita in coscienza e fede, salvo poi morire a 58 anni. Antonietta, madre sensibile alle sorti del figlio e all’anelito di liberazione dall’oppressore austriaco, si spense, preda di quelle malattie veneree che avevano già minato la sua famiglia.

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