Antonio Lucci

Nacque nel 1682 ad Agnone, nel Molise. Studiò nella locale scuola tenuta dai francescani conventuali e, a quindici anni, avendo scoperto di avere una vocazione religiosa, vestì l’abito di questi ultimi come novizio nel convento di Isernia. Dopo gli studi superiori fu ordinato sacerdote ad Assisi nel 1705. Proseguì gli studi teologici a Roma e in seguito fu mandato a Napoli a insegnare e predicare. Dotato di qualità intellettive non comuni, fece carriera. Prima provinciale e poi reggente a Roma del collegio intitolato a San Bonaventura. Il papa Benedetto XIII lo nominò teologo del sinodo lateranense del 1725 e consultore della Suprema Inquisizione Generale. Tre anni dopo, il papa lo consacrava vescovo di Bovino (oggi in provincia di Foggia). La diocesi era piccola e il Lucci dovette fondarvi una scuola e uno “studio teologico” per aspiranti preti, insegnando in entrambi egli stesso. Le sue prediche, le visite pastorali e l’esempio personale ne fecero un vescovo amatissimo dal popolo, nonché stimato dal re di Napoli, dall’intera corte (cosa davvero rara) e dal collega s. Alfonso de’ Liguori. Il Lucci compose anche diversi trattati, rimasti però manoscritti. L’unica opera che stampò fu una sua storia dei santi e beati del suo ordine nei primi due secoli.

Egli effettuava la visita pastorale ogni anno e non trascurava di richiamare i signorotti locali ai loro doveri. Quest’ultima cosa gli procurò non poche noie, specialmente quando prendeva le difese del popolo. Resse la diocesi di Bovino per ventitré anni e morì nel 1752. La sua tomba si trova nella cattedrale cittadina.

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