Paolo Giovanelli
da Milano
Banca Popolare Italiana non molla la presa su Antonveneta e, nonostante il sequestro delle azioni che la esclude dallassemblea degli azionisti della banca padovana che si tiene oggi, vara un nuovo aumento di capitale e dà mandato allad Gianpiero Fiorani di valutare il lancio di unOpa di consolidamento con un eventuale aumento del prezzo dellofferta. E intanto la Banca dItalia sterilizza i diritti di voto di Bpi e dei suoi alleati in vista dellassemblea e ribadisce di aver sempre agito correttamente nella gestione della vicenda. Bpi sotto assedio cede il 2,6% in Borsa, mentre Antonveneta guadagna lo 0,56 per cento.
Il cda che si è riunito ieri a Lodi ha deciso tre mosse: innanzi tutto ha sanato la situazione con Ricucci, prendendo atto delladesione della Magiste al patto parasociale stipulato il 16 maggio scorso. In secondo luogo ha varato un aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione da 332 milioni, che vanno ad aggiungersi al miliardo e mezzo raccolto dalla banca con la precedente operazione e che dovrebbero andare a finanziare lOpa su Antonveneta. Terzo passo: è stato conferito a presidente e amministratore delegato il mandato «ai fini di una eventuale promozione di unOpa obbligatoria di consolidamento il cui obbligo, ove ne ricorressero i presupposti, sarà adempiuto esclusivamente da Bpi». Il mandato prevede anche la possibilità di una «eventuale modifica del prezzo dellOpa attualmente in corso sulla base delle valutazioni che verranno fatte congiuntamente con la Consob».
Ma si faranno ancora le Opa? Che a questo punto minacciano di essere addirittura tre: quella volontaria, quella obbligatoria a seguito dellaccertamento del patto parasociale, e quella (potenziale) di consolidamento. La domanda è tuttaltro che peregrina perchè proprio ieri i commissari Consob si sono riuniti per discutere sulla possibilità di sospendere o addirittura dichiarare nulle le offerta già lanciate, rinviando però a oggi ogni posizione ufficiale. E la mossa dellOpa di consolidamento (con relativo aumento del prezzo) potrebbe essere letta come un tentativo di tendere la mano alla Commissione, in un momento in cui Bpi si trova messa alle strette da Procura e Consob, e persino Bankitalia, sia pure solo ieri, ha preso le distanze dal vecchio alleato sterilizzandone i voti. La Consob per ora non ha ricevuto nessuna comunicazione sull«Opa-ter», ma se decidesse di sospendere o annullare le prime due, per Fiorani le cose si farebbero davvero parecchio complicate. Fonti vicine alla banca affermano che, come daltronde è naturale, i legali lodigiani sono in continuo contatto con la Commissione alla ricerca di una soluzione positiva della vicenda.
Cè poi la questione dei voti, che diventa nodale nellassemblea Antonveneta di oggi: la Procura di Milano ha infatti nominato Emanuele Rimini, docente di diritto bancario, custode giudiziale delle azioni sequestrate. Ed è un problema complicato perchè innanzi tutto, come ha sottolineato lo stesso Rimini, sarà il presidente dellassemblea a decidere se il custode potrà partecipare. E se parteciperà, ha detto, «mi atterrò alle indicazioni della Procura». La soluzione più logica sarebbe quella dellastensione, che eviterà a Procura e custode di prendere una posizione nella battaglia tra tra lodigiani e olandesi. O addirittura il custode potrebbe chiedere un rinvio dellassemblea.
Da parte sua Abn Amro sostiene che «il principale interesse è quello di creare stabilità, perchè è ciò di cui la Antonveneta ha bisogno: faremo tutto quello che possiamo per sostenere la continuità».
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