Economia

Antonveneta, la parola a Consob e Bankitalia

da Milano

Il destino di Antonveneta torna nella mani di Consob e Bankitalia. Incassata la disponibilità formale di Banca Popolare Italiana a passare la mano ad Abn Amro a 26,5 euro per azione, la prima a intervenire dovrebbe essere Via Nazionale sollevando Bpi dall’onere dell’Opa formulata dall’ex ad Gianpiero Fiorani (ora sospeso dai propri incarichi) per conquistare Padova.
Il dado potrebbe essere tratto già oggi o domani, cui seguirebbe la decisione della Commissione di Lamberto Cardia così da rendere possibile la definizione della compravendita i primi giorni della prossima settimana: il mandato a trattare che il board della Lodi ha affidato all’ad Giorgio Olmo scade il 21 settembre. Ancora da definire se per quella data Amsterdam si impegnerà a rilevare «a fermo» anche il 10% di Padova nelle mani degli immobiliaristi e finanzieri accusati di concerto dalla Consob: Stefano Ricucci, Danilo Coppola, Emilio Gnutti e i fratelli Lonati. Un disegno di massima ci sarebbe e appare la soluzione che meglio sposa il compito di tutela affidato al custode giudiziale Emanuele Rimini, ma resta lo scoglio di smontare in breve tempo la struttura di pegni appoggiata sulla partecipazione e disdire il patto di sindacato. Tanto che la stessa Lodi ha precisato come entro mercoledì prossimo non è attesa alcuna «girata» delle azioni Antonveneta ma solo la probabile finalizzazione della compravendita con una clausola di sospensiva in attesa dei via libera istituzionali. Dubbi che, tra due pause «tecniche» e un lungo di dibattito, avrebbero contribuito a prolungare fino a notte l’ultimo consiglio della Lodi, impegnato anche a ottenere rassicurazioni dalla Procura sulla «liceità» della plusvalenza (150-200 milioni) e dell’incasso legato alla vendita ad Abn Amro: oltre 2 miliardi.
Condizione irrinunciabile all’accordo è ottenere il dissequestro delle azioni da parte della Procura che appare disponibile ma il dossier continua a essere al centro dell’attenzione anche di Bruxelles. In caso contrario gli immobiliaristi dovrebbero aderire all’Opa promessa da Abn sempre a 26,5 euro, lo stesso prezzo dell’offerta fallita a luglio.
Dietro alla prudenza ufficiale da Amsterdam filtra una nota di ottimismo ma Piazza Affari non si sbilancia: Antonveneta e Bpi si sono mosse a forbice chiudendo rispettivamente con un guadagno e una frenata dello 0,3 per cento.

Malgrado uno studio di Fox-Pitt Kelton secondo cui il titolo di Bpi, che ha visto il fondo Victoria & Eagle ridurre la propria partecipazione all’1,7%, potrebbe spingersi fino alla soglia dei 9,2 euro.

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