Dallavanguardia allimprovvisazione, dal funk al dub, dallhip hop al world beat, dai suoni acustici a quelli elettronici con alla base il jazz e un sano senso di spiazzante imprevedibilità. Sono vere alchimie sonore quelle che il bassista Bill Laswell porta questa mattina alle 11 al Teatro Manzoni per «Aperitivo in concerto» (unica esibizione italiana)insieme al suo gruppo Material e al mago delle tastiere Bernie Worrell. Avrebbe dovuto essere della partita anche la cantante etiope Gigi(che è anche moglie di Laswell), assente per gravi motivi di salute.
«Sono un apprendista - dice Laswell - un artista che cerca di captare nuovi suoni dalla realtà che lo circonda e di trasformarli in musica compiuta». Non a caso viene musicalmente da quella fucina di idee che è New York City (di cui è uno dei più brillanti esponenti, anche se iniziò a suonare a Detroit e fra le sue prime influenze cè il rock pesante di Iggy Pop, ma poi arrivò il jazz di Ornette Coleman e le sperimentazioni elettriche del divo Miles Davis a sconvolgere i suoi canoni estetici) ed è anche compositore e produttore per artisti molto diversi fra loro come Herbie Hancock (il primo vero successo per lui arrivò grazie al successo dellalbum di Hancock Future Shock e soprattutto del singolo Rockit e con il successivo Sound System che conquistò un Grammy), Fela Kuti, Sly & Robbie, Motorhead, Yoko Ono. Suona anche con artisti come Mick Jagger, Peter Gabriel, Laurie Anderson, ed è assai difficile raccontare la sua storia artistica così ricca di avventure, idee, incontri, suggestioni. Una musica non sempre (anzi quasi mai) facile da comprendere nella ricchezza delle sue implicazioni e definita «collision music». «Laswell innanzitutto - è stato scritto su Drome - è un bassista ma capace di manipolare i suoni con grande abilità, la cui dote principale è un eclettismo giramondo che ha come prima conseguenza il riconoscimento di un unico genere musicale: la Musica».
Dopo la formazione dei Material (nei primi anni Settanta) e i numerosi progetti solisti o in collaborazione, nel 1986 Laswell fonda la band Last Exit con il chitarrista Sonny Sharrock, il torrenziale batterista Ronald Shannon Jackson e il sassofonista Peter Brötzmann (tutti campioni della cosiddetta «no wave» e dellavanguardia) pubblicando lalbum Hear No Evil prima di tornare al progetto Material. «Material è la band che, nonostante io sia un animo curioso e vagabondo, non abbandonerò mai». Ed infatti vi torna sempre nonostante le mille scorribande sonore (valgano per tutte le sue le incisioni «creative» con John Zorn e per la sua etichetta Tzadik) o le case discografiche fondate come la recente Method of Defiance Technologies il cui nome è tutto un programma.
In questo concerto milanese gli fa da contraltare un altro artista vagabondo e creativo come il tastierista Bernie Worrell, emerso dai ritmi funk dei Parliaments e dei Funkadelic di George Clinton e poi alfiere di un sound atipico che lo porta a «strani» progetti solisti e a collaborazioni con artisti come il chitarrista Adrian Belew e i Talking Heads. I Material invece sono Dominic Kanza alla chitarra, Hamid Drake alla batteria, Ayib Dieng alle percussioni, Steven Bernstein alla tromba, Peter Apfelbaum al sax tenore.
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