Il ministro Di Pietro: "Bene ma non basta" I problemi di traffico dell’area milanese, ha sottolineato Di Pietro, restano però ancora irrisolti: «Abbiamo fatto tanto ma non abbiamo fatto niente - ha detto Di Pietro, che vive con la famiglia in provincia di Bergamo - ma di per sè non è molto, ve lo dice un bergamasco che deve andare tutti i giorni a Castellanza: per chi deve passare da lì non è risolto niente, prima faceva la coda così, ora la farà cosà». La quarta corsia, prosegue Di Pietro, «andava fatta, perchè ora fino alla barriera di Milano est non c’è coda, ma il problema non è risolto, solo spostato più avanti. La quarta corsia è solo una pedina dello scacchiere: ci voleva ma non basta. Oggi abbiamo un quadro ben chiaro delle cose da fare: lo dico anche al mio collega del ministero dei Trasporti, il quale mi ha detto che prima dobbiamo fare un piano generale dei trasporti. Abbiamo fatto qualche quintalata di carta: ci potremmo costruire un’autostrada con le carte che abbiamo prodotto finora. Bisogna scegliere delle priorità». Ora, ha spiegato Di Pietro, «intorno a Milano Brebemi, Pedemontata e Tem sono necessarie. Servono». Riguardo a queste ultime opere, per Di Pietro la Corte dei conti «non ha bocciato nulla», ha solo «chiesto dei chiarimenti» sulle delibere del Cipe del maggio scorso.
"Vent'anni di ritardo" La realizzazione della quarta corsia, ha sottolineato l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, «avrebbe dovuto essere fatta 15-20 anni fa. Con mia grande sorpresa, quando sono arrivato in azienda ho scoperto che quest’opera non era nei programmi. L’abbiamo inserita tra le opere del IV atto aggiuntivo , che è stato approvato nel 2004 e a fine 2004 sono partiti i lavori». L’opera ha comportato tra l’altro l’esproprio di aree che ospitavano oltre mille aziende, con le difficoltà conseguenti, la distruzione e ricostruzione di 36 viadotti autostradali, l’uso di 40mila tonnellate di acciaio, la pavimentazione di 1,2 mln di metri quadrati, l’ampliamento dei ponti sull’Adda e sul Brembo. Lavori che, ha sottolineato Castellucci, la concessionaria ha potuto fare mediante controllate (in gergo ’in housè), cosa che «ci ha dato un vantaggio enorme» e che ha «dimezzato i tempi». L’ad ha sottolineato che sulla necessità dell’opera «tutte le istituzioni territoriali erano favorevoli, a partire dalla Regione», cosa che ha facilitato i lavori poichè «fare le opere contro i territori è quasi impossibile». Per il presidente Gian Maria Gros-Pietro, «siamo il principale investitore sulle autostrade della Lombardia e vogliamo continuare ad esserlo».
Formigoni: "Soli nel '96 a chiedere la grande opera" E se per il vicepresidente della Confindustria Alberto Bombassei la quarta corsia «porta un mattoncino al sistema regionale dei trasporti», che è di importanza fondamentale per le imprese. il presidente della Regione Roberto Formigoni ha elogiato il metodo collaborativo che ha portato alla realizzazione dell’opera, sottolineando però «il tempo che ci abbiamo messo a costruire la squadra. Ricordo che la Regione Lombardia pose per prima l’esigenza della quarta corsia nel 1996 e tutte le istituzioni dissero di no. Certo, allora c’erano altri uomini. Ci abbiamo messo otto anni a costruire una squadra, grazie a Lunardi prima e a Di Pietro oggi». Il rapporto che si è creato con Di Pietro, secondo Formigoni, «è significativo anche dal punto di vista politico, in un’Italia in cui sembra che ci si possa tirare solo coltellate».
Elogi a Di Pietro anche dal presidente della Provincia Penati, secondo cui il ministro «è un vero bergamasco nel vero senso della parola: è stato uno degli elementi determinanti nel passaggio da tempi incerti a tempi certi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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